Passato e Presente - anno III - n. 13 - gen.-feb. 1960

1742 Domenico Settembrini reazioni piu diffuse furono stupore e amarezza e, politicamente, un atteggiamento sostanzia1 lmente stalinista, assai piu di q·uanto non · lo fosse quello dello stesso Centro del partito. Le notizie poi delle aspre discussioni che avvenivano in Pesaro, spesso volutamente esagerate dai membri piu ~et-rivi dell'ap1 parato, determinarono_ uno stato d'animo prof0t11damenite ostile verso .gli « iconocasti » -della sezione ci.ttad.ina, in particolare verso gli intellettuali, ritenuti i veri responsabili della levata di scudi. Qui, nell'incapacità di portare la discu·ssione nelle campagne... nella mancanza di ogni legame con esse, si manifestò la princi.palle -debplezza dei « novatori » Un tentativo di arrivare alla base provinciale attraverso il Comitato federale, ci ifu, con1e vedremo, in una fase successiva, ma fu rapidamente superato. 1 11 sopraggiungere della rottura in Ungheria e il primo intervento sovietico determinarono una profonda differenziazione in seno al gruppo dirigente. La maggioranza di esso 'finf, pur con molte incertezze, coll'accostarsi alla posizione della sezione, che suonava aperta condannà dell'intervento sovietico. Ma quelli che potremmo chiamare piu nettamente <<stalinisti», e che fino ad allora non si erano esposti troppo perché non sapevano fino a che punto il Centro li avrebbe assecondati e come si ·sarebbe svhluppata Ja « ,destalinizzazione nell'URS1 S, compresero che s.i avvicinava il momento delila rivincita 2 • Ancora alla 1 fine di ottobre, comunque, si vide che l'ala <<sinistra >> era estremamente isolata. La sezione di Pesaro decideva irufatti, in 2 E' luogo comune nella parte ohe riusci battuta nell'ottobre-novembre 1956, che i funzionari delle istanze intermedie abbiano esercitato un ruolo negativo, formando queHa barriera tra la base e il vertice contro cui si smorzarono tutte le critiche dal basso. C'è indubbiamente del vero in questo, ma la ragione non risiede nella qualità dei funziona.ri d,el PCI, ne.ll'insieme piuttosto elevata, o peggio nell'istituto stesso del funzionario, di cui a mio avviso, un partito operaio non può assolutamente fare a meno. Ad umiliare le mig,liori energie presenti neH'apparato fu la carenza di guida · a livello nazionale. Nessuna voce autorevole venne dal Comitato centrale o dalla Diirezione ad indicare che certe esigenze potevano essere soddisfatte nel partito e non contro o fuori del par.tito. Non si può chiedere al funzionario locale d,i essere quello che non è: guida politica a liveUo nazionale. E' un esecutore, l'i,mportante è che non sia un esecutore passivo, incapace di adeguarsi al nuovo. E che moltissimi quadri del PCI non fossero tali lo dimostra, a mio .avviso, l'atteggiamento da essi assunto tra il XX Congresso e la cr~si ungherese, cauto, è vero, ma sensibile agli umori della base ed anche, se pure in mi,sura minore, a quelli deHa società in mezzo a cui vivevano, pronti a cogliere negli atteggiamenti dei massimi dirigenti tutti gli accenni a sensibilità nuove. Un atteggramento di moderata indipendenza dall'URSS e di decisa democratizzazione i,nterna del partito avrebbe ottenuto l'appoggio di un buon numero di funzionari, e certo dei migliori, favorendo anche la formazione di nuovi quadri, da tempò problema assillante nel POI. BibliotecaGino Bianco

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