1738 Giuliana D'Amelio tiche verso i documenti della Direzione. Nel parallelo congresso dei giovani universitari la rottura fu piu netta e la mozione finale venne approvata solo a maggioranza. In entrambe le assemblee il voto per i delegati riconfermò ai primi posti i dirigenti in carica, come Tronti, Santi, D' Amelio fra gli studenti, Caracciolo, Seppilli, Colletti fra i docenti. Però si manifestò anche l'esistenza di una piu consistente minoranza <<. ortodossa » rispetto al centro del partito e, dall'altro lato, di tendenze ad abbandonare il partito stesso (quattro studenti, in quella occasione, già dichiararono di dimettersi dal P1 0I). In tal modo anche il tentativo di svolgere -intorno agli organismi universitari un certo approfondamento politico-ideologico a piu lungo respiro si rivelava in- . consistente. La conclusione dell'VLII congresso nazionale del P·CI, dove l'op·posizione era stata liquidata quasi senza colpo ferire, deluse del resto di 11 a poco chi aveva fatto conto sulle possibilità di seguitare un'aperta lotta politica e ideale. Da quel momento, anzi, il carattere obbligatorio .. dei ,deli,berati congressuali contribuf a spegnere la discussione e a rendere piu insostenibile la posizione personale degli op·positori di fronte alla disciplina richiesta dal centro. Disciolto d'autorità il << con1itato di coordinamento », circolo giovanile e cellula del personale erano destinati a una lunga fase di disgregazione e di inattività. Per l'ultima volta verso la fine di gennaio i segretari della cellula e del circolo, Caracciolo e Tronti, riassumevano perciò in una lettera ai compagni << ii motivi che li portavano a giudicare con pre~cupazione e con dissenso determinati aspetti della politica del PCI anche ,dopo l'VI,Iì congresso ». Del documento, di circa 25 pagine, ci limitiamo a riportare solo le << esigenze essenziali>> affermate nel pream·bolo, e cioè questi tre . punti : 1. Specialmente dopo le denunzie del XX congresso e dopo le esperienze • d'Ungheria, la nostra sensibilità d,i militanti della classe operaia e di uomini liberi richiède una riva,lutazione dei profondi elementi di rispetto della personalità, di razionaEtà, di umanità, che sono alla base stessa del social.ismo. Non vi può essere compromesso con le violazioni di questo costume, non si può consentire in alcun modo ,che la causa del comunismo si separi dailla causa della libertà e del progresso morale e culturale. Il nostro ,partito, come tutto il mov,imento internazionale, deve spogliarsi di ogni grettezza, di ogni machiavellismo, di ogni tendenza burocra~ica, per diventare l'esempio vivente di questi valori. 2. La via italiana non può scaturire altro che da una conoscenza scientifica dei fatti deLla produzione, dei rapporti sociali in mov,imento, delle aspirazioni BibliotecaGino Bianco
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