Passato e Presente - anno III - n. 13 - gen.-feb. 1960

La lotta politica del PCI a Roma 1737 Per quanto riguarda il ,prog1resso tecnico, si apprezza nelle Tesi l'accoglimento degli ultimi stud.i. Si è pienamente d'accordo nel fatto che questo progresso e gli altri aspetti nuovi non eliminano la contraddizione fondamentale del capitalismo, ma anzi la acuiscono. Tuttavia va detto piu chiaramente nelle Tesi che ~a classe operaia deve prendere senza reticenze in mano la bandiera del progresso tecnico, perché solo cosi i'l progresso tecnico si tradurrà in progresso sociale e so1o ·cosf la classe operaia si porrà di fronte a tutti come classe egemone e nazionale. Pariticolarmente grave aippare •la mancanza di analisi della funzione che possono avere gli enti statali per la v,ia it~liana al sociaili5mo. Og,gi esiste ia possibilità che le industrie statali, sotto la spinta delle masse popolari, svi,luppino un indirizzo di interesse pubblico contrastante coi monopoli privati. Oggi in Italia tra gli altni contrasti deil capitalismo assistiamo anche a quello tra enti . statali e monopoli privati (ENI). Si vuole sottolineare che: 1) lo Stato oggi non è piu esclusivamente dominato dai monopol,i; 2) questi enti hanno raggiunto ormai una certa autonomia e ·un peso notevole nella tx:onomia italiana. Peccherebbe di leggerezza chi r,itenesse che la tendenza prevalente oggi sia quella dell'indirizzo pubblico. Tuttavia per ,i motivi sopra elencati oggi appare piu facile per i lavoratori raggruppare attorno a sé forze tali da far sf che attraverso unà politica econom,ica degli enti statali diretta verso l'interesse popolare, la via al social,ismo sia ,piu breve e piu sicura. Accanto a questo si invita il Partito a prendere una posizione piu attiva nei confronti degLi enti economici europei, perché anche qui solo una parte-cipaZJione attiva della classe operaia può affermare di ,fronte a tutti il diritto di essa alla gui~a del Paese. -Nel congresso della cellula del personale universitario, che si svolse parallelamente a quello del circolo giovanile (15-17 novembre), il co- .mitato direttivo propose che si creassero cinque commissioni per esaminare rispettivamente: i :rapporti internazionali; la situazione economica; la « via italiana al socialismo»; il partito; il problema culturale. L'intento era quello di realizzare un documento molto dettagliato, che potesse fungere· anche in altri settori del partito quasi come controtesi rispetto alle tesi elaborate dal Comitato centrale. Ma i rappresentanti della Federazione presso il congresso naturalmente si opposero, e del resto una forte stanchezza e demoralizzazoine rendeva difficile sostenere un tale progetto, cosicché si ripiegò sulla nomina di una commissione unica (Angelucci, Benedetti, Caracciolo, Moroni, Salinari, Seppilli, Socrate) e l'approvazione di un ordine del giorno piuttosto breve. . Questo congresso, malgrado alcune fasi molto aspre, si concluse con un accordo a·bbastanza unanime su posizioni moderatamente cri- • Bibli téca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==