Passato e Presente - anno III - n. 13 - gen.-feb. 1960

1644 alla discussione quali rivendicazioni· immediate si debbano sacrificare ad cùtre per ottenere questi risultati. Occorre _avere il coraggio di proporre a) giudizio dei lavoratori il tema, permanente nel sindacato, della improponibilità contemporanea di troppe rivendicazioni. Ne.i «temi» della CGIL manca uno sv~luppo della dimensione temporale probabilmente perché tuttora nel sindacalismo italiano non esiste chiara coscienza dell'esigenza di un processo di pianifirozione rivendicativo a medio e lungo periodo, quale è entrato ormai nell'uso del sindacaliismo a1nericano. L'elaborazione teorica della CGIL è ormai giunta al punto di riconoscere l'esistenza e la funzionalità di un piano capitalista di gestione aziendale a lungo res,pi,ro;non è giunta invece ad abbandonare del tutto la meto.dologia tradizionale del sindacalismo italiano, la tendenza ci.oè a considerare che la lotta vada aperta.. in qualsiasi momento a seconda d'ei rapporti di forza. Occorre, in realtà, che il sindacato miri a contrapporre sempre di ,pi,u piano a piano e precisamente il piano delle rivendicazioni sindacali dei lavo- . ratori al piano di gestione delle imprese. Nei «temi>>si nleva giustamente che nel sin~acato si incorre troppo spesso nell'errore di vcilutare la forza sindacale solo nel momento di adesione alla lotta trascurando invece il livello di partecipaziooe nei momenti di tregua. Sviluppando questo concetto si potrebbe dire che un errore tifico del sindacato unitario italiano è quello di considerare sindacalmente positivo solo il momento della attivizzazione della lotta, e sindaca/,mente negativo il periodo della tregua e della pacifica con- • vivenza. In realtà la forza del sindacato moderno sta manifestandosi sempre piu non solo nella capacità di mobilitare gli operai nd momenti cruciali di lotte di lunga durata, ma anche nella capacità di amministrare lo sviluppo delle riv~ndicazioni nel tempo, non secondo una astu~ia del momento, ma secondo una logica razionale, che possa essere valon·zzata e possa entrare come elemento di contrattazione nel piano stesso della gestione dell'impresa; cioè nella capacità di disporre e contrattare le tregue. Si può ad esempio ritenere che i successi relativamente scarsi ottenuti dal sindacato in Italia in materia di riduzioni di orario di lavoro sia derivato anche dalla generale incapacità del sindacato di imporre l'iniziativa di un contratto concep_itoa !un.go periodo, cioè di un piano di impegni reciproci per la realizzazione in tappe successive dell'obiettivo delle riduzioni di orario a p~tà di scùario. lA astensione dalla lotta è concepita tuttora nel sindacato unitario come un riconoscimento di una situazione di inf enontà dei, lavoratori nei" rapporti di forza: deve formarsi ancora il concetto che anche l'astensione dalla lotta può essere frutto di una politica sindacale attiva e pianificata. , Biblioteca Gino Bianco

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