1410 Commenti blocchi egemonici che si dividono il mondo: questo mi pare da sottolineare rispetto ad alcune conseguenze piu ampie che Caracciolo sembra voler ricavare. Nikita Krusciov ha potuto portare nei suoi colloqui statunitensi non solo la comprensibile volontà di coesistenza dello Stato sovietico, ma una ostentazione di cordialità mal conciliabile con la pretesa di rappresen .. tare, di fronte al proletariato internazionale, un partito che fu quello di Lenin; ha potuto - dove pur sarebbe stata sufficiente la fredda correttezza della trattativa diplomatica - rendere alla democrazia degli oligopoli l'ostentato omaggio di un pubblico rinnegamento del marxismo nella non insignificante dichiarazione di non far distinzione tra governo e popolo degli Stati Uniti. Già nel corso del viaggio del leader sovietico appariva il carattere puramente internazionale della distensione proposta: davanti ai rappresentanti del movimento operaio degli Stati Uniti Krusciov non esitava a riesumare le tradizionali ingiurie staliniane e a vantarsi cinicamente della repressione della rivoluzione popolare ungherese. Né i fatti successivi consentono di ritenere che, fino ad oggi, il gruppo dirigente post-staliniano voglia dare alla distensione un significato meno freddamente limitato alle «realistiche» considerazioni di una politica di potenza. Il governo fantoccio ungherese continua a condannare i superstiti dell'insurrezione, né altri satrapi dell'Europa orientale si mostrano sensibili ad. esigenze di libertà o sia pure di tolleranza. Non risulta che sia stato liberato, per esempio, il marxista Wolfang Harich, condannato per delitto d'opinione dai ristalinizzatori della Germania orientale per aver diffuso tesi che egli si proponeva di sottoporre alla discussione dei militanti del SED come fu a suo tempo documentato dal settimanale << Risorgimento socialista». N,é appare turbato l'immobilismo staliniano di paesi come la Romania, la Bulgaria, l'Albania: paesi e popoli di cui non è lecito ricordarsi solo quando si svolgono clamorosi processi_, e in cui la storia sembra essersi fermata agli anni che precedettero la scomparsà dell'autocrate geor- . giano. Altrove il « nuovo » consiste proprio nell'abbandono delle pur caute riforme introdotto dopo il drammatico autunno del 1956: se il comitato centrale del POUP riprende le tesi del più chiaro conservatorismo e vuole imporre ai lavoratori il blocco dei salari e l'aumento della produttività (quasi che non si potesse attingere a spese improduttive e a redditi di minoranze privilegiate) certo nessuna illusione è possibile, e solo dall'esterno dell'attuale gruppo dirigente potranno venire le forze del rinnovamento. Nuove Posnan saranno necessarie, una nuova « primavera d'ottobre » riaprirà la via del/' iniziativa operaia contro un gomulkismo ristalinizzato. Fin d'ora è doverosa la solidarietà inBibliotecaGino Bianco ·
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