Passato e Presente - anno II - n. 11/12 - set.-dic. 1959

Idee della Resistenza 1455 za, .di cogliere anche gli elementi ,di continuità; e, soprattutto, ho cercato• (di non vedere tutto nero prima e tutto bianco poi, tutto travaglio ideale prima, tutto spicciolo -pragmatismo poi, o viceversa. Mi è se-mbrato infatti ,di interesse ancora attuale sollevare la questione ,di cosa ·nella svolta fu gua,dagnato e cosa perduto. Scrivevo perciò che, accanto alle manifestazioni tattiche << per le quali la intransigenza settaria sembrava cedesse il -posto solo a improvvisazioni e confusionarismo, qt1asi che la apertura politica do.vesse essere scontata con una perdita di chiarezza intellettuale, il nuovo atteggiamento, almeno in chi veramente lo senti com.e tale, si sarebbe dimostrato capace di meglio ripren-dere certi temi cari al pensiero di Gramsci» 5 • Dipende ,dalla polivalenza della svolta se l'eclettismo introdotto nella propaganda, appa·n,nò, di fatto, l'ideale di una situazione integralmente nuova, fe1ce perd-ere di vista la rivendicazione di una -democrazia -più alta di •quella prefascista, cui ten,dere attrav-erso la .dittatura rivoluzio·naria 6 • E non è certo un caso che ~ ciò coincida con l'inizio degli anni piu ferrigni del « culto della p·ersonalità >>, con il periodo cioè che, quale che sia il giudizio ,che si finirà col darne, non è certo caratterizzato, nella 5 Il che mi offre l'occasione di ri pendere anche all'accusa di non essermi occupato di Gramsci, che invece, a parte il titolo del paragrafo / co,nunisti fra Gramsci e il « cosidetto RisorgiJnento >>, cito piu volte, sia quello dell' << Ordine Nuovo» che quello dei Quaderni del Carcere (in particolare, alle pp. 879-80, 885, 888), come cito (p. 881, evidentetnente sfuggita a Battaglia) le Tesi di Lione. E' bensf vero che ho evitato di riprendere la discussione diretta delle idee fondamentali di Gramsci sul Risorgimento, limitandomi a tenerle sullo sfondo: ma ho cosi fatto, come nel caso, già ricordato, del fascismo, e come nell'altro della poiemica sulla Storia d'Italia di Croce, per motivi di economia interna del saggio. Il problema, poi, della circolazione delle idee dei Quaderni del Carcere nel partito della clandestinità e dell'esilio, è un problema reale, che ponevo senza sopravalutarlo e senza pretendere di risolverlo, e non una scappatoia o alibi filologico, come scrive Spriano su « L'Unità ». 6 Oggi Lucio Colletti va riscoprendo Ja irriducibilità fra liberalismo e democrazia: ma quanto la complessa problematica che quella distinzione comporta è stata dibattuta nel partito comunista? Né si può negare che alcuni allontanamenti dal PCI dopo il XX congresso e l'Ungheria siano da ascrivere al fatto che, molti di coloro che si erano iscritti durante o subito dopo la Resistenza, avevano aderito solo alla faccia, o << anima )>, den1ocratico-progressiva: onde la sensazione, non priva di ingenuità, di aver subito un inganno. E forse lo stesso Spriano non insisterebbe tanto sul quasi marxismo del liberale Gobetti, se una « via gobettiana al comunismo » non fosse 1n parte resa possibile proprio dalla « doppìa anima ». Biblioteca Gino . 1anco

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