I Idee della Resistenza 1447 liberò dei suoi caratteri piu << ideologici », piu << letterari »; anche se mi guarderei bene, soprattutto oggi, dal sottovalutare il valore della carica morale contenuta nella tipica invettiva gobettiana sul << carattere degli italiani >>. Ho fatto un'esemplificazione dettagliata su quento punto perché sarebbe interessante condurre un discorso, non so se analogo, intorno a Rosselli: forse a entrambi i fratelli Rosselli, in og·ni caso a Carlo Rosselli per il quale i problemi della storia italiana, del mancato sviluppo risorgimentale, sono strettamente ·legati a quelli sulla natura del fascismo; di qui il suo paradigma di socialismo liberale (diverso da quello gobettiano; ma non è qui luogo per discutere il rapporto Gobetti-Rosselli!). Anche il pensiero di Rodolfo Morandi è un grosso filone da percorrere: la sua << storia della gra·nde industria» è certo retta da una determinata interpretazione del processo storico unitario, o viceversa, la illumina. Un'ultima osservazione concerne il modo come Claudio Pavone ha esaminato la posizione .dei comunisti. Non ripeterò le cose dette poc'anzi da Roberto Battaglia, che condivido. Vorrei solo rilevare che quell'er- ~ rore metodo,logico da me congetturato prima si rivela particolarmente sensibile in questo caso: poiché l'autore non ha tenuto conto deH'elaborazione autonoma, e faticosa, che i comunisti italiani sono andati facendo del fenomeno fascista, del loro sforzo di liberare un giudizio storico sul « Risorgimento fallito » dai suoi elementi ideologici più avventurosi per salvarne l'essenziale: il carattere contraddittorio del Risorgimento e le insufficenze storiche, non solo dei moderati, ma del partito d' aziohe. Anzi, in proposito, io contesterei, anche filologicamente, il criterio con cui, su questi problemi, il Pavone parla dei comunisti. E' evidente, ad esempio, per .tornàre al caso di Gobetti, che il modo come ne parla Giuseppe Berti non è lo stesso del modo usato dal Gramsci dei Quaderni del carcere, né del giudizio di Togliatti su « Stato Operaio». E da questo angolo storico, il Pavone, che ha puntato suHa « svolta » nel giudizio intorno al Risorgimento determinata quasi unicamente, a suo dire, dalla << svolta » pratico-politica del VII Congresso dell'Internazionale, avrebbe fatto bene> a mio avviso, a prestare più attenzione alle radici tecnico-politiche del gruppo deH' << Ordine Nuovo>>, ai motivi di critica _storiografica che esso va élaborando, vorrei dire, prima ancora di essere il gruppo dell' << Ordine Nuovo>>, cioè a partire BibJiotecaGino Bianco
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