Passato e Presente - anno II - n. 11/12 - set.-dic. 1959

1436 Roberto Battaglia Vorrei non eccedere nelie osservazioni relative a un particolare aspetto del saggio~ alla valutazione che in esso si fa del partito comunista e -dei suoi indirizzi teorici relativi al primo e secondo Risorgimento. Ma poiché non sarò il solo a commentare questo eccesso (chiunque interverrà nel dibattito avrà le stesse preoccupazioni per il movimento politico cui appartiene), un'ultima osservazione mi sembra necessaria a questo proposito. Pavone riassume la concezione che i comunisti hanno della Resistenza nel noto giudizio di Togliatti secondo il quale « la Resistenza ha segnato il primo apparire e affermarsi d'una nuova classe dirigente, la classe operaia ». E coglie al balzo l'occasione per riferirsi alla <<disillusione » del dopoguerra e per uscirne in una troppo facile battuta: <<Una classe dirigente che non riesce a dirigere non è un fenomeno che possa essere preso alla leggera>>. La battuta può anche avere qualc~e efficacia polemica, ma non fa che con.fermare la sensazione precisa d'una valutazione <<dall5esterno >>del ~ovin1ento comunista e, in genere, del . . pensiero marxista. Definire la classe operaia classe dirigente della Resistenza significa semplicemente fare una constatazione di fatto, mettendone in luce quello che è stato il suo elemento caratteristico. Per un marxista, qualunque movimento o fenomeno storico ha avuto e ha una sua « direzione di classe » e anche la Resistenza non sfugge a questo metodo d'indagine. Se si ammette ciò - e per ammetterlo bisogna appunto porsi <<all'interno >>del marxismo - non v'è dubbio che la Resistenza sia stata diretta dalla classe operaia e la stessa partecipazione in prima linea del partito comunista implica non tanto un concetto di quantità (<<la maggioranza dei partigiani era costituita da comunisti») ma un concetto di « qualità >>(caratterizza cioè il fatto storico nel corso del quale la classe operaia ha assunto compiti preminenti o di carattere nazionale). Credo , difficile sostenere il contrario, e cioè che la Resistenza sia stata diretta invece dalla borghesia attesista o dalla casta militare! E, a scanso di equivoci, aggiungerò che il concetto di <<direzione>> o di <<egemonia» non esclude evidentemente la presenza di altre forze politiche attive, il cui contributo è prezioso e insostituibile, ma anzi lo sottintende: « l'egemonia» con1porta con sé il concetto delle « alleanze», e essere alleati non significa in nessun modo esser soggetti. Ma è veramente un grosso equivoco ,quello in cui cade Pavone quando identifica il concetto di <<classe dirigente » co_nquello di <<classe al potere » e fa dell'ironia sul1' argomento. Anche la borghesia era « classe dirigente>> prima d'arrivare BibliotecaGino Bianco

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