Passato e Presente - anno II - n. 11/12 - set.-dic. 1959

1430 Co1nn1enti· cubrazioni filosofiche, perché ci si affatica poi a dimostrare che la società non si riduce alla natura né la natura alla società, o che la struttura è sempre struttura e sovrastruttura insieme e la società è sempre soggetto oggetto oggettivo, e via discorrendo? E allora la forza vitale, l'affinità chimica, l'anima? Inoltre, anche a volersi inserire nell'impostazione stessa del Colletti, che senso ha individuare due momenti un-iJcameniteculturali, se poi non si è in grado di individuarne i corrispondenti momenti strutturali, o economico-sociali, che a vicenda dovrebbero illuminarsi? E allora, cosa si concilia e sintetizza, in questa vana battaglia di idee, se non vuote immagini, natura e storia, ritagliate da morte mitologie? Che 'dinzensioni prendono termini che potrebbero essere sociologicaniente precisi, come quello fondamentale di << rapporti di produ.zione », se poi si afferma che la totalità dei rapporti umani sono rapporti di produzione? O i rapporti di produzione sono una speèie di rapporti fra altr.e specie di rapporti sociali, oppure sono qualcosa di inafferrabile che l'analisi scientifica non può distinguere e misurare. O la produzione è qualche speci_fica attività sociale fra altre attività sociali, o è la totalità delle attività sociali, quindi qualcosa come la cavallinità di buona memoria che qualche dialettico dalle intuizioni segrete riesce a percepire, ma non coloro che sanno andare a cavallo. Il gioco di prestigio della parte e del tutto che si nominano allo stesso modo, è .da tempo ormai un'arma di chi mira ad effetti brillanti e ad abili conciliazioni, ma non affronta i compiti delle ricerche precise secondo definizioni precise, intendendo stabilire in quali circostanze· certe variabili sono da considerare funzione di altre variabili, sen.za per questo sentirsi costretto a definire quest' ultime come il motore della storia. Lo sforzo disperato di sussumere sotto la specie dei rapporti _di produzione, tutto il genere dei rapporti sociali, è ésigenza da. una parte di chi si ostina a voler considerare i rapporti di produzione fattore determinante degli altri rapporti sociali in tutte le circostanze storiche. Dall'altra di chi evita di prender atto che una certa modificazione dei rapporti di produzione, quale si ha per esempio con la trasformazione del tipo di proprietà dei mezzi di produzione, non porta necessariamente a modificazioni sostanziali nel restante sistema dei rapporti sociali. E che invece modificazioni sostanziali tendono a verificarsi pur permanendo identica la << forma » dei rapporti di produzione. Quando si rivendica ,al marxismo il metodo che è schiettamente scientifico di chi non prescinde dalle << differenze che presenta un oggetto o una specie rispetto a tutte le altre>>, di chi non sostituisce ali' oggetto reale da studiare, un oggetto generico o ideale, di chi insom1na si propone di studiare la società borghese o capitalistica, ad esempio, e non la società in generale, non si fa altro che allineare il marxismo vicino a tutte le altre metodologie scientifiche, talché non si vede perché questi BibliotecaGino Bianco

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