Passato e Presente - anno II - n. 11/12 - set.-dic. 1959

Germania 1425 evidenza se fossero risolti nell'ordine delle cause. « Se la Germania è in due parti divisa - dice Levi - è perché è (lo è stata) nel suo inconscio, dappertutto divisa.» Tradotta in termini razionali questa frase dovrebbe suonare pressa poco cosf: siccome la Germania si è costituita in unità statale senza mai essersi realmente costituita come unità nazionale, la sua attuale scissione in due Stati appare agli occhi degli stessi tedeschi come molto meno assurda di quanto apparirebbe la divisione di un altro paese. Cosf, senza l'intervento di una schizofrenia metafisica, sarebbe certo piu giusto, ma a che pro' operare questa traduzione quando Levi dice le cose molto meglio dicendole sbagliate? E l'interpretazione della parola Ger1nania come « paese ,di fratelli » non fa certo molto onore al Levi etimologista. Ma quel che vuol dire, e cioè che questo notne « è legato ai sentimenti piu intensi e irrazionali: odio e amore infiniti, sconfinata ammirazione e orrore», è vero, e acquista evidenza in quella falsa etimologia. Tramutando cose e problemi e parole in esseri viventi, con quel1' atteggiamento magico-ilozoistico che lo ravvicina ai cafoni lucani, Levi personifica il n1istero senza negarlo. Egli è infatti sempre a un passo dall'irrazionalismo, ma questo passo di distanza lo sa sempre conservare, ~ sicché in lui hai intatto il senso del mistero, ma hai anche una spiegazione, sia pure di carattere psicologico-antropologico, che te lo rende più plausibile e meno insopportabile. Questo procedimento culmina nel giudizio che Levi dà della Germania attuale: << la Germania si nasconde». Non si potrebbe meglio esprimere il disagio che dà in ognuno l'esperienza della Germania occidentale come di un paese che si è ricreato dal nulla in cui era caduto senza prender coscienza del proprio essere e della propria volontà, e di ciò che li distingue dall'essere e dalla volontà del passato. Se i tedeschi hanno sempre avuto la tendenza a considerare il proprio destino come trascendente alla propria volontà, esso assumeva per lo meno la forma di un imperativo mitologico che se non era dettato dalla coscienza, pretendeva che questa se ne informasse. Allo sbocco di questa evoluzione ci fu il nazismo, orribile, ma palese. Ora invece la Germania tace, la Germania si nasconde. Questo nascondersi a se stessi corrisponde allo sforzo di allontanare un passato cui non si sa sostituire nessun mondo di valori. In quanto si tratta di un passato malefico, tale sforzo negativo produce dapprima un effetto rassicurante, ma presto prevale l'inquietudine che lo spettacolo di un refoulement finisce s~mpre per determinare in noi. Questo processo di rimozione, questa << censura interna », questa BibliotecaGino Bianco

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