1630 Segnalazioni logico, economico, ecc.) per ottenere una rappresentazio-ne generale, e nello stesso tempo seria ed utile, dell'oggetto in esame, si abbandona completamente all'impressione, all' inituizione letteraria, se non addi·rittura, come più di sovente si eri.fica, alla stanca ripetizione di vecchie sentenze, creando co·sÌ quel giornalismo fatto di -luoghi comuni, inutili e, dato che non semp•re si può essere -un André Gide, letterariamente sgradevole. Da questo metodo deteriore ha tentato -di staccarsi G. Boffa (che fu, ·dal 1953 al '58, corrispondente da Mosca de l'Unità) col suo libro sull'U.R.S.S. negli anni successivi alla morte di Stalin; e bisogna dire che c'è riuscito quasi completamente (questo <<quasi » riguarda . ' certe parti un po ·troppo sommarie se -non addirittura vacue, come quella sulla <<rivoluzione culturale » pp. 226-40), fornendo in tal modo uno strumento di discussione e di aggiornamento -di conoscenze al lettore sprovveduto sulle cose sovietiche. Non è -da ·sottovalutare, oltre tutto, il fatto che questo libro è stato lanciato con notevole ,p1111bblititaàl-_ l'interno delle stesse organizzazioni comuniste: ,da un editoriale di prima ·pagina dell' <<Unità>>, a mo' di recensione, fino a dibattiti tenuti nelle sezioni. E a ciò s'aggiunge il conferimento del premio Viareggio per il gior,nalismo a La grande svolta. Questo fattore ci deve far considerare non solo l'imanche le ripercussioni che le affermazioni e i dati in esso conteBiblioteca Gino Bianco n·uti possono avere su un ampio ed omogeneo campo politico. Il libro si strutt11ra in due parti: nella prima viene esposta una analisi critica del periodo clel <<culto della personalità» (come tuttora dice il B.) fino al XX congresso ed ai s·uoi immediati effetti; nella seconda si -descrivono invece le riforme successivamente .fatte i,n U.R.S.S. ( sopra~tutto l'industriale, l'agricola e la scolastica) ed il nuovo ·« clima >>politico e culturale di ricerca e di spregiu,dicatezza. E' questa secon·da parte, forse~ la più utile e quella che meno si pr-esta a critiche; salvo eccezioni qui ci viene fornito un q,uadro sufficientemente completo dei problemi e degli avvenimenti sovietici. Naturalmente non tutto è pacifico e risolto, e ciò viene ,più volte rilevato dall' A. stesso; ma non può che essere così, trattandosi di problemi ancora vivi e aperti e che per molto tempo ancora continueranno ad essere tali. Mi pare però che l'A. a,bbia troppo pochi. -dubbi; ed a questo proposito è utile ricordare l'articolo che Georges Friedmann sul n-umero 3 di « Annales >>dedica a L'ère khrouchtchevienne et les réformes. In questo articolo, che conferma molte delle informa-- zioni ed opinioni di B., lo studioso francese afferma a proposito del decentramento della direzione indus·triale che <<da questa riforma capitale può dipendere l'avvenire della pianificazione », e che, avendo buon esito questa riforma, « ci si troverebebbe così più vicini ad una regolazione cosciente dei fe- •
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