Passato e Presente - anno II - n. 11/12 - set.-dic. 1959

·Segnalazioni 1629 l'altro caso l'Einaudi si arresta infatti alla superficie della questione, ne tocca solo alcuni e non sempre , essenziali aspetti, e ,manca in qualche misura dall'informare il lettore su alcuni dati di estrema rilevanza; sia come fatti in sé, che come indici di stati d'animo dai quali si ·può anche · desumere quale potrà essere con molta probabilità nèl prossi11:10futuro, la piega che prenderanno gli eventi in questi set- . tori cos{ delicati della vita nazionale americana. E' q~esta una lacu.,. ~a grave, che tuttavia non potrebbe da sola infirmare la sostanziale validità dell'opera, anche se è destinata a rendere diffidente il lettore e meno persuasiva la tesi cçntrale del -libro, che invece malgrado 'la sua natura delimeratamente polemica, resta p·ur sempre sul piano di una meditata serenità e lealtà di giudizio. E a qua·nti, con saccente acrimonia, sogliono mettere in evidenza tutte le non infrequenti manifestazioni di puerilità, d'irragionevolezza, d'intolleranza di cui si rendono ·protagonisti anche membri responsabili della classe dirigente americana, vorremmo rispondere, per finire, con il seguente brano dell'Einau:. çli: « Sarebbe ozioso -e irragionevole pretendere che una società phiralistica di questo genere non si esprimesse a· volte, o magari spesso, in modi che sembrano offendere il buon senso, l'evidenza della realtà, i normali principi di decoro, o d1mQstrare disprezzo per i processi della niente razionale~ particolarmente .su .questioni come il comu- .Biblio Gino Bianco nismo nell'èra della bomba atomica. Se, solo per amore di discussione, si potesse dire che queste molteplici e svariate manifestazioni di f ollià e di ignoranza da parte di pubblici funzionari o di esponenti della scuola, non hanno luogo in Europa, la ragione fondamentale, nella maggior parte dei casi non sarebbe che in Europa non esistono pubblici funzionari o esponenti della scuola capaci di comportarsi in modo sciocco o sbagliato. La ragione sarebbe che sono imbavagliati, impossibilitati a manifestare le loro ristrette vedute, che non sono autorizzati a contrastare la linea ufficiale stabilita dal centro. Quanto poi all'uomo che si trova al centro, non si cura di esprimersi o non può farlo. Il silenzio della paura e non quello della saggezza domina il paese. D'altro canto, le contraddi- .zioni, gli errori, le assurdità in una babele di voci, fanno parte del prezzo della libertà. E' un prezzo che deve essere pagato. Quello che importa, in definitiva, è ciò che succede alla società che paga questo prezzo». a. ,a. G1usEPPE BoFFA, La. gran-de svolta, Editori riuniti, Roma, 1959, pp. 287. Il reportage, anche il pòlitico sociale, si fonda spesso, e specie in Italia, su un procedimento più «impressionistico» che <<storico»; il reporter. cioè, invece di sfruttare del materiale scientifico (socio-

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