Passato e Presente - anno II - n. 11/12 - set.-dic. 1959

Segnalazioni 1627 te esistente, circa i rapporti fra industria e forze armate negli Stati Uniti (vedi, fra le più recenti testi- , ni.onianze, L'élite del potere del Wright Mills. E' notevole che gli uomini i quali parlano oggi negli Stati Uniti questo linguaggio nuovo, come il Lippman·n e, in modo più spregiud~cato, il Wright Mills, possano restare esenti da critiche finché non tentano di concretizzare, in piani e proposte· sul terreno tecnico ed economico, il loro _atteggiamento: .dopo anni di facile cors~ agli armamenti è ben complicato per il mondo capitalista iniziare una strada diversa. Ma se c'è la volontà di farlo, se in sostanza si abban·do,na la psicologia della guerra, un sicuro passo erso l'equilibrio pacifico è realizzato. E l'insistere su questo, come fa il Walter Lippman·n, hà oggi un grande valore. g. a. M. EINAUDI, La rivoluzione di Roosevelt. 1932-1952, Einaudi, Torino 1959, pp. 334. Come avverte lo stesso autore nella prefazion-e, si tratta di un' opera rivolta essenzialmente al pubbli- .co europeo, con il proposito di ~ontribuire a correggere i numerosi er- .rori di prospettiva propri della concezione che questo il piu delle volte si fa nella nazione americana e della sua storia piu recente. E diciamo subito che come è sostanzialmente esatta la premessa, ossia la notevole confusione di idee, spesso neppure Bibliote · a Gino Bianco involontaria, degli Europei rispetto agli Stati Uniti, cosf il fine è in buona misura raggiunto dall'Einaudi, in quanto è certo che le sue pa_gine, se le~te con animo ·sereno, potranno costituire per molti l'occasione per una meditata revisione di gi_udizi, fin qui distorti o dalla scarsa conoscenza dei problemi e dei fatti della vita -d'oltreoceano, o da un partito preso che in tale ignoranza trova piu o meno consapevolmente rifugio. Aggiungiamo pure subito, tuttavia, che l'obiettivo dell'autore sarebbe stato raggiunto con ben maggiore efficacia se egli avesse saputo evitare di costruire i'l libro sul paradigma di una requisitoria, quasi forense, a favore dell'America che egli ama, e gli avesse tolto, con un piu sfumato dosaggio dei chiari .e dei scuri, quel leggero carattere propagandistico che malgrado la serietà e la sincerità dell'impegno mo-- raie non può fare a meno, a tratti, di trasparrie in esso. In sost~nza, il motivo fondamentale dell'opera sta nella concezione de'l New Deal e di tutta l'azione di Franklin D. Roosevelt come l'unica rivoluzione veramente vittoriosa della nostra epoca (ma, vorremmo osservare, bisognerebbe aggiungere pure quella laburista in Gran Bretagna ·nel 1945-51): vittoriosa nel senso di esser riuscita a modificare alle fondamenta le strutture . politiche e sociali di una grande comunità in armonia a quanto richiesto dalle trasformazioni economiche e tecnologico del mon-do moderno, senza per questo limitare o avvilire,

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