Passato e Presente - anno II - n. 11/12 - set.-dic. 1959

1610 Luigi Occhionero titi i servizi pu·bblici essenziali, doveva astenersi comunque da ogni interve11to a. favore dell'una o ,dell'altra parte in causa. E si auspicava altresf il riconoscimento pieno della libertà di organizzazione delle leghe sia operaie che padronali e la creazione di pochi grandi organismi rappresentati vi delle parti, le quali nella amministrazione e gestione di essi avrebbero imparato « a discutere, a conoscersi, ad apprezzare le opposte esigenze, e a subordinare le proprie aspirazioni alla persistenza ed al1' avanzamento dell'impresa; a comprendere che prima la torta dovèva crescere e poi le parti di essa potevano alla loro volta ingrossare» (pp. XXIIXXIII). Si potrebbe continuare all'infinito nel· florilegio di citazioni per deli- ~ neare in ogni particolare il piano ambizioso inteso a spingere il movimento operaio dell'epoca verso le posizioni gradualistiche del socialismo . evolutivo. Né mancano gli articoli dedicati a segnalare i successi conseguiti in questa direzione. (Si vedano in particolare Socialismo che si trasforma, 12 luglio 1900; Buon senso e spirito anarcoide, 18 e 26 lug1io 1901; L'on. Turati e gli scioperi, 27 agosto 1901). O a segnalare le scissioni e le rotture che nel movimento di classe sono determinate dalla necessità di adeguarsi ai cambiamenti della situazione circostante e sono molto spesso segno di processi con cui il movime11to affina i suoi metodi e la sua ideologia, e quindi segno di crescenza e -di rafforzamento. E in Italia il movimento aveva urgente bisogno di affinare i suoi metodi ' e le sue teorie, liberandoli dalle piatte contaminazioni e incrostazioni del positivismo e dell'economismo di cui era da n0i allora banditore Achille Loria, con l'avallo del socialismo ufficiale. Sicché molta parte, se non tutte le critiche einaudiàne rivolte alle dottrine socialistiche in generale, devono intendersi rivolte a queste mistificazioni e deformazioni del socialismo scientifico il quale in Italia era allora ·professato in sdegnosa solitudine da Antonio Lab~iola. D'altra parte, i riferimenti ai testi originali del marxismo mancano completamente nelle Cronache come manca del tutto, tra tanti nomi citati, quello di Marx. Vi si parla viceversa di una· « misteriosa -bibbia marxista >> (p. 389) e _di « altri. libri sacri ancora più misteriosi» (ibid), e vi si ,,incontra un passo in cui « il comunismo, variante logica necessaria del principio socialistico » (p~ XXV) è assimilato alla « variante detta del fascismo corporativo» (ibid): conseguenza ovvia dell'apparato concettuale di cui l'Autore si è servito per esaminare la realtà circostante. In quanto la concezione ,liberale che sta alla base di quell'apparato vede i processi storici governati da leggi eternamente eguali, e considera la realtà dell'economia in maniera completaBibliotecaGino Bianco

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