Cronache di Einaudi 1605 chistica degli argomenti trattati. Qui cercheremo semplicemente di sottolineare alcuni punti utili a mettere in rilievo i11prima approssimazio- , ne alcuni aspetti caratteristici del periodo in esa1ne e dell'apparato concettuale co~ cui l'Autore ha affrontatQ gli avven.i~enti oggetto degli articoli. · Lasceremo perciò da un canto l'argomento di certi <<orrori» legati all'abnorme sviluppo dell'emigrazione dell'epoca, che secon-do l'Autore . . <<oggi in verità non sono più possibili >> (p. IX). E li lasceremo da un -canto anche se riteniamo che, fatti i debiti cambiamenti e le debite proporzioni, tali orrori, in modo diverso e con diversi sistemi, sussistono tuttora,· come si è potuto, ad esempio, vedere, nelle tragiche condizioni di esistenza dei minatori nel Belgio o nel recente caso delle adozioni di bam·bini meridionali, inviati negli Stati Uniti sotto l'egida di e~ti piu o meno caritatevoli e uflicialmente tollerati. Quello che invece è vero, è che oggi mancano nobili figure ·di filantropi che possano stare alla pari dei vescovi Bonomelli o Scalabrini o del davvero <<inconsueto ispettore di pu·bblica sicurezza, Nicola Malnate» (pp. 89, 91), strenuo difensore delle folle di emigranti attese al varco n~l porto da sfruttatori e imbroglioni di ogni risma. Trascureremo anche le cronache riguardanti scandali, p-rocessi e inchieste originate - anche allora! •- dalla inala amministrazio11e na- . . poletana. Ricorderemo tuttavia che allora la magistratura assolse i giovani socialisti che su -di un giornale partenopeo avevano mosso gravi accuse a un onnipotente uomo politico locale, l'on Casale, e ricorderemo altresf che il ministro dell'interno dell'epoca, l'on. Giolitti, si premurò di far sapere all'opinione pubblica, tramite l'ufficiosa agenzia Stefani, che egli non avrebbe ostacolato, e nepp-ure letto prima della pubblicazione, la relazione d'inchiesta sugli· scan·dali e le malversazioni del Comu~e di Napoli, preparata non da un funzionario qualunque, ma dal sen. Saredo, preside11te del Consiglio -di Stato (pp. 422-430). Ri- ~orderemo anche, ·senza soffermarci, le ampie discussioni di politica e legislazione finanziaria che dòvevano portare a_ll'abolizione del <lazio ·murato e del forese esistenti allora nelle grandi città italiane. E ricorderemo, con Einaudi,-- che oggi si discute ancora sulla <<grande riforr11a tributaria» senza che· però le sperequazioni allora esiste11ti tra impo:. sizione diretta e imposizione indiretta a tutto danno dei ceti economicamente più deboli · siano state ancora minimamente modificate in senso più favorevole (o meglio meno sfavorevole) alle classi lavoratrici. Sorvoleremo infine sugli altri argomenti o avvenimenti che formano Biblioteca Gino Bianco
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