Passato e Presente - anno II - n. 11/12 - set.-dic. 1959

L'opposizione al nazismo 1593 mocratica rimasti in serv1z10, come una parte del~a burocrazia o della « carriera » diplomatica. Ma in un regime di dittatura, l'unica possibilità di reazione sta nell'uso delle armi ed è quindi in mano all'Esercito. Fiun1i d'inchio- ,stro sono stati versati sui rapporti fra Hitler e le forze armate: chi ha voluto Hitler esponente del vecchio militarismo prussiano, chi ha visto invece solo una fossa incolmabile fra i gerarchi ed i generali. Dal punto di vista tecnico è certo ormai che il terribile Grande Stato Maggiore tedesco, l'erede delle tradizioni di Moltke e Ludendorff, fu in realtà molte volte una remora alle iniziative hitleriane. Dal punto di vista morale, i princip1 fondamentali della disciplina mili- . tare che vietano agli ufficiali ogni attività politica (principio rispettato ancora nei primi anni del nazismo, col divieto di iscrizione dei mil!tari al partito) facilitava l'assenteismo morale dei piu, di fronte alla immoralità dell'ideologia e poi agli orrori della guerra, i11 contrasto con i tradizionali princip1 deH'onor militare. Certo l'Esercito costituiva un am·biente a parte, che per la sua stessa struttura, staccata dall'ambiente «borghese», poteva tenersi lo·ntano dalle virulenze naziste, consentendo anzi una specie di << emigrazione interna» di oppositori politici inquadratisi nei suoi ranghi. Già nel 1939 in Polonia, di fronte alla passività della massa, non mancarono alcuni colonnelli che fecero respinger_e con le arn1i i saccheggiatori delle SS. Piu tardi, le prime disfatte aprirono gli occhi a molti. Non tutti però avevano le idee cosf chiare come il gen. van Beck, che già nel 1937 scriveva : << E' una mancanza gravissima verso il senso del dovere quando un soldato ai posti piu elevati vede in questi tempi i suoi doveri solo · negli stretti limiti ·dei suoi compiti militari,. senza rendersi conto della sua altissima responsabilità verso tutto il popolo. Tempi straordinari richiedono azioni straordinarie ». Certo, ai superstiti delle trincee di Verdun o delle steppe di Russia non mancava il coraggio di chi è abituato a vivere· nel perico1o continuo: mancava spesso una qualità piu difficile, il coraggio civile della disobbedienza, della rottura con i legami del giuramento di fedeltà -che hanno segnato nei secoli il codice -d'onore dei militari. Pure assieme a von Beck non mancarono altri coraggiosi: l'A. ricorda il col. von Stauffenberg, permeato di cultura umanistica, che vedendo più in là del regolamento di disciplina diventò l'anima e la vittima della rivolta del 20 luglio 1944, o il col. O-ster dell'Abwehr (servizio informazioni) che fece i·l possibile dal suo posto per evitare la guer,ra prima, per limitarne gli orrori poi. Il processo di · BibliotecaGino Bianco . .

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