Passato e Presente - anno II - n. 11/12 - set.-dic. 1959

' L'intellettuale 1419 ECLISSI DELL1INTELLETTUALE. All'uomo moderno è proscritta la possibilità di incarnare la categoria dell'opposizione. Egli perciò si è svestito della divisa ·del «guerriero» (in senso morale, s'intende, hegeliano o, meglio, come vedremo avanti, hegeliano alla prima maniera). Guerriero è chi affronta il rischio mortale nella dialettica padrone-servitore per essere, di là della battaglia, o nulla o vincitore meritevole del proprio destino dominante. La nuova figura, che sostituisce quella eroica, è il «giocatore», l' uomo, cioè, che non può rischiare interamente se stesso in un atto definitivo e qualificante, ma è costretto a spandersi quantitativamente in una partita in cui le mosse sono rigorosamente limitate dalle regole del gioco, dove il massimo dell'audacia è soltanto astuzia, dove il possesso è solo avere piu fiches da rilanciare nella successiva partita, dove è possibile, al limite, far saltare un banco, ma mai il casinò che non è messo, per principio, in palio. Fuor di metafora, il giocatore è l'uomo della società di massa, o società industriale moderna, in cui ogni avventura è possibile tranne quella di mettere in causa il senso stesso dell'avventura: la società di massa o l'industria in quanto tale. Tuttavia non è possibile adeguarsi ad una tale società che va degradando ogni valore umano, che sta 1neticolosamente e tecnicamente sostituendo al pensiero, all'iniziativa, alla fantasia, ali'arte: la ripetizione, l' Òttundimento, l'indifferenza, il conformismo, e, al limite, la mistica sessuale, r ipnosi, la droga. Il libro di Elemire Zolla << Eclissi dell' intellettuale» è tutta una fenomenologia della degenerazione dell'uomo mo-- derno assalito e distrutto dalla fatica produttivistica da un lato e dalla cultura industrializzata che, dall'altro, suadendolo, lo rende adatto ad accettarla. Dalle pagine di Zolla nasce una sorta di « breviario del rifiuto » che non temiamo di consigliare anche a chi, a:;sai piu esperto nella sociologia della società di massa, spesso non trova, nell'analisi, ragioni sufficienti ad uno scatto definitivo, incuriosito talora assai piu dalla scoperta del negativo, che irritato dalla sua sempre piu vasta affermazione. Vogliamo dire che non ci rifiutiamo ad una moralistica. Anzi ne speriamo una ripresa moderna. Sappiamo bene che, a furia di intelligenti c_ollocazioni storicistiche per i fatti social.i e di giustificazioni psicanaliticlie per i fatti individuali, i piu si sono messi il cuore in pace ed esercitano,, se esercitano ancora, la loro critica per dimostrare la necessità dell'errore, la 'sua invalicabile oggettività e, quel che è peggio, la sua natura di mezzo realisticamente indispensabile per poter raggiungere un livello superiore, con ciò perpetuandolo e confermandolo all'infinito._ Avremmo, anzi, voluto che la moralistica di Zolla andasse oltre gli BibliotecaGino Bianco

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