Passato e Presente - anno II - n. 11/12 - set.-dic. 1959

Sviluppo in Israele 1563 accettare i mod-elli di prestigio -della società in formazione non era generalmente motivo per i n·uovi immigrati di nessun senso di colpa (come inv-ece sue.cedeva a coloro che restavano lontani -dalla realizzazione -di questi modelli, nella prima fase dello Y shuv). Veniva cosf a mancare uno •deimaggiori stimoli ~ell'emulazione nella realizzazione -degli ideali collettivi. Ma il· carattere ,dell'immigrazione ca·mbiò ancor più notevolm-ente dopo la formazione dello Stato quando essa incominciò ad essere formata quasi totalmente ,dai cosiddetti Ebrei orientali· (Sefarditi, mentre .fino ad allora l'immigrazi9ne •era composta quasi -esclusivamente ,da Ebrei europei, Ashkenaziti). Questi nuovi immigrati non solo mancavano totalmente .di volontà -di realizzare nuovi tipi di convivenza sociale, ma avevano una tradizion,e culturale nettam-ente sfavorevole ad ogni cambiamento e quindi allo sviluppo 9 • Si trovavano, -cioè,esattamente nelle condizioni -delle comunità sottosviluppate, preindividualistiche, a forti legami familiari e di san·gue, -con resistenz-e religiose ad ogni innovazione, a strut- .tura sociale -diffusa piuttosto che specifica, ad orientamenti culturali particolaristici piuttosto che universalistici, ecc. E' chiaro che su qu-estotipo ,di immigrati nessuna presa potevano avere i tratti d-ell'ideologia originaria. L'elemento, .del resto, che piu vi si opponeva, era la persistenza dei legami familiari allargati. E' interessante ricordare come questo fenomeno abbia in certi casi .d-eterminato dei veri e propri rovesciamenti di politica per quanto riguarda la pianificazione territoriale agricola. Infatti, mentre le colonie cooperativ-e (Moshavim) venivano in un primo momento impostate secon,doprincipi indivi9 Si tratta in _particolar modo del rifiuto di una concezione del tempo rivolta verso prospettive future; cosf come, per i piccoli mercanti quali buona parte di quegli im,migll"antierano, i soli fini economici plausibili erano quelli della massimizzazione dei profitti immediati, piuttosto ohe gli inves-timenti a lungo termine. Ma questo atteggiamento, invece, non significava affatto impossibilità o difficoltà di acquisire nuove capacità tecniche, come numerose esperienze hanno provato. Cfr. Alfred BoNNE, L'adaptation des immigrants orientaux aux travaux industriels en lsrael, nel numero del << Bull. Int. Se. Soc., >> già cit. Inoltre: S. N. E1sENSTADT, lsrael: Traditional and Modern Socia/ Values and Economie Development, in The Annals of the American Academy of Politica! and Socia} Science, May 1956. Biblioteca Gino Bianco

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