1558 Alessandro Pizzorno mato del lavoro manuale e l'impegno quasi religioso della trasformazione e d·ella fecondazione della terra, rispondevano in parte a questa funzione. 5. I doni ideologici. C'era però un altro fattore che. se da una parte èra oggettivamente favorevole allo sviluppo ·e•conomico ·dall'altra poteva indurre a diminuire la tensione produttivistica: era la possibilità, presente fin ,dall'inizio in maniera rilevante, di trarre gratuitamente capitale -dall'estero. Il fatto che la sede dell'accumulazione di capitali fosse all'estero e che le d-ecisioniriguardanti la quantità degli investimenti fossero prese all'estero, cioè fuori .dai rapporti ,di produzione quali si costituivano nella società in formazion•e, è un aspetto -determinante nello sviluppo della società israeliana. Infatti esso aveva queste conseguenze: a) sganciava -da ogni verifica economica le decisioni riguardanti la formazione .di capitali (sempre naturalm·ente per la parte che si formava all'estero); b) richiedeva un meccanismo politico di controllo e di canalizzazione degli investimenti; non erano cioè i centri di decision-eeconomica, ma quelli ·di ,decisione politica che assumevano la responsabilità e l'orientamento .dello sviluppo. Questo .determinava anche ciò che potremmo chiamare il controllo ideologico dei ,doni (cioè -del capitale formato all'estero), in quanto la presenza -dei vari partiti che compon,evano l'agenzia ebraica attraverso la quale filtrava il capitale estero, era determinante anche per la ,distribuzione -del capitale -da investire. Questo aveva da una parte la conseguenza di cristallizzare le posizioni ·dei partiti, i quali determinavano la distribuzione di ricchezze e .di potere, ,dall'altra di cristallizzare la funzione d·ell'ideologia sionista in quanto soltanto in nome di essa tali capitali formati all'estero potevano venire attribuiti alla società israeliana. E' da notare che tale meccanismo di Biblioteca Gino Bianco
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