Meridionali a Torino 1513 tavia è proprio questo rimarco che diviene l'indice del modo di considerare 1e cose da parte del quotidia,no, se si tiene conto della contemporanea pubblicazione dei bo.llettini demografici, dei resoconti dei dibattiti in Consiglio Comu·nale e delle lettere dei lettori. Lo spoglio dei trimesti;i anzidetti è quanto mai istruttivo. Il 25/ 1 /'57 << La Stampa » an·nuncia che in cinque anni sono giunti a Torino 169.000 -nuovi cittadini da tutta Italia di cui i!l 40% . da,l Sud e isole; mentre il 6/3/'57 Ufl: bollettino statistico del comune rende noto che in due ·mesi sono giunti in città 12.213 nuovi immigrati. 11 28/3/'57 invece - con un titolo su quattro colonne << In tre mesi 15.531 immigrat,i sono giunti nella •nostra città») si dà una analisi per' luoghi di provenienza, e si stabilisce che di quel 4 7% provenienti dallo stesso Piemonte 1/ 4 almeno è costituito da meri- .d,ionali già emigrati in. Piemonte, che vengono a Torino di << rimbalzo». L'articolo si chiude co·n queste parole: « E' un fenomeno che impone ~11acittà ed a tutti i suoi servizi uno sforzo economico straordinario del quale dovrebbero tener conto i nostri governanti ». E cosf l'indomani 29/3 /'57: << Resoco,nto del consiglio comunale. Il sindaco, per l'immigrazione, ha dichiarato di essere disposto a chiedere un co·ntributo per ciò che la città fa in conseguenza del grave problema degli imtnigrati, dirottando a Torino quelle somme che sono destinate al Sud>>... I lettori meridionali che scrivono alla rubrica Specchio dei tempi, lo fan·no esclusivamente per protestare contro il trattamento ricevuto dai citta-dini. Il 5/1/'57 Michelangelo Vumbaca - calabrese - lamenta il fatto che << i piemontesi ci chiamano tutti dei disgraziati >>. Il 12/ 1/'57 un altro calabrese, Luigi Schipani, protesta contro l' atteggiamento dei piemontesi che << quotidiamente sputano veleno contro · i meridionali >>; e cos1 via. Nelle ~ettere dei lettori pie1nontesi il punto di vista della signora Boccardo viene ribadito ed espresso in termini ugualmente chiari, ançhe se diversi. Sono moltissime, e ne trascegliamo solo qualcuna. Il 26/2/'57 u·n ingegner Ernesto De. Andreis scrive: « Perio-dicamente ·e ancora ieri i giornali riportano, magari dedicando molto spazio alla deplorazio-ne, la notizia che ragazzi del meridione affittati dai genitori a sfruttatori che li mandano a chiedere l'elemosina ·in città del nord. Questo non è che la logica conseguenza di quella << conigliesca incoscienza» denunciata il 1° maggio 1947 dall'allora direttore (de « La Stampa ») Filippo Burzio. ·Bibliotea Gino Bianco
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