Passato e Presente - anno II - n. 11/12 - set.-dic. 1959

Petrolio in Sicilia 1507 è ancora particolarmente depresso: 4.000 disoccupati su una forza di lavoro di 14.000 persone; un reddito medio annuo di 109.000 lire per abitante. Nelle lunghe strade parallele al corso principale, una serie di porte si aprono sull'unico ambiente dove ogni famiglia si am·mucchia con l'asino o il mulo, i polli, qualche volte la capra, sempre con le mosche e _i ,bambini sudici. Sui visi dei disoccupati, dei vecchi, delle donne incinte, c'è un'espressione di secolare apatia, di indifferenza totale. Certo, c'è un quartiere moderno, ma non impedi,sce la nascita di sordide stamberghe. Certo, ci sono i petrolieri che abitano negli alberghi che abitano negli alberghi riservati agli archeologi o si prendono a prezzi elevati le camere d'affitto che possono trovare in paese, ma hanno un po' l'aria dei conquistatori venuti da un altro mondo, superiori e sprezzanti, piu attirati d'altronde dalla Sicilia dei greci che dalla sua umanità attuale, dolorosa o sordida, e le gialle automobili dell'AGIP, nelle strade polverose, sembrano dei grossi insetti di un altro pianeta. Certo, vi sono anche gli impiegati del petrolio siciliani, circa 200, ma i loro salari rendono ancora piu ridicole le bassissime entrate del resto della popolazione; figurare tra loro è un privilegio invidiato, al quale non si accede senza sacrificio o senz'odio. C'è tuttavia ugualmente questo gruppo di giovani del paese, con gli occhiali neri, i quali sul posto, nella sezione per la formazione professionale dell'AGIP, lavorano con l'entusiasmo di appartenere a quel mondo di do~ani che non pensavano di conoscere mai ... Da qualche mese si ha l'impressione che l'ambiguità di Gela si stia risolvendo. In un discorso del gennaio 1959, l'ing. Mattei. direttore dell' AGIP, riconosceva che, attraverso il petrolio, il compito dell'iniziativa statale era eminentemente sociale: dare lavoro, migliorare' il tenore di vita, dunque sviluppare l'industria. L'ostinazione con la quale egli cerca il petrolio nel mare fa pensare ai siciliani che non si tratti soltanto di retorica. Del resto il governo italiano, il 21 ottobre 1959, si è assunto il finanziamento di una grande rafljneria statale; essa ,lavorerà 3 milioni di tonnellate di petrolio grezzo e, siccome fab- . bricherà anche materie plastiche e fertilizzanti, la sua produzione annua supererà i 45 miliardi di lire. Per l'ENI è -una vittoria sull'industria chimica privata; è una vittoria anche per la Sicilia. Durante questi ultimi anni, l'élite industriale, politica e sindacale dell'isola si è· fatta a poco a poco un'esperienza; superando ,le passioni immediate e semplicistiche, essa comincia a saper trovare ed imporre, in modo prudente e concreto, l'interesse dei siciliani; si è formata una certa solidarietà · Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==