Passato e Presente - anno II - n. 10 - lug.-ago. 1959

Franco Momigliano Non sarà fuori luogo a questo punto mettere in evidenza l'equivoco, che tuttora sussiste in vari ambienti, e specialmente presso responsabili politici o amministrativi, rig11ardoai compiti degli organi di rilevazione istituzionale di dati (quali sono ad esempio, a livello locale, gli Uffici statistici dei Comuni o delle Camere di commercio) e l'opera di centri di ricerche o studi, i quali devono essere in grado di affrontare di volta in volta problemi specifici, generali o particolari, con le metodologie piu adatte. Mirando a giungere, quindi, non a semplici raccolte di dati o di documentazioni - o insomma a conoscenze descrittive di certi fenomeni - ma invece a conclusioni generalizzate, tali che permettano _ ad esempio la precisione di determinate evoluzioni. In una parola, dedicandosi all'applicazione scientifica, cioè generalizzata, delle informazioni raccolte: opera, questa, assolutamente estranea alle ·possibilità dei vari organi istituzionali di rilevazione. L'INES ha trovato all'inizio della sua attività scarsa collaborazione da parte dell'autorità tutoria nella rilevazione dei dati statistici: difatti, proprio in quel periodo l'autorità tutoria inviava· a tutti i Comuni della provincia una circolate, in cui si ricordava che, in base ad una interpretazione estremamente restrittiva della legge fascista del 1929, i Comuni possono fornire dati statistici solo a Enti e persone espressamente autorizzate dall'ISTAT. In tal modo, notev~le resistenza c'è stata per la raccolta presso Enti pubblici e privati di una serie di dati statistici teoricamente disponibili. A parte infatti la piena collaborazione avuta dall'Ispettorato per l'agricoltura, si può dire che la attività di studio dell'IRES si è svolta tra l'indifferenza, per non dire la malcelata ostilità degli istituti pubblici ~ delle aziende private, che possono fornire elementi indispensabili ad una indagine sulla situazione economica e sociale delle varie zone provinciali. Ad esempio, gli Istituti previdenziali (INAIL, INPS, INAM) della provincia di Torino, dotati come sono di centri meccanografici, potrebbero fornire dati preziosi circa la dinamica e la struttura delle occupazioni e delle retribuzioni; tuttavia, sinora le direzioni centrali degli istituti stessi non hanno accolto di fatto questa richiesta. Come è logico, facilitazioni ancora minori si sono ottenute da parte delle aziende priv_ate; cos1, ad esempio, la Cassa mutua malattie FIAT non ha fornito i dati relativi alla dinamica dell'occupazione e delle retribuzioni della FIAT; quando è chiaro che per studiare i problemi dell'economia torinese questi dati appaiono, sotto certi aspetti, quasi indispensabili. Biblioteca Gino Bianco

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