Mobilità sociale una misurazione che si avvicina alla realtà. Il valore cosi trovato misura una nuova classe metodologica, quella degli omosociali, che comprende i soggetti che appartengono allo stesso spazio percentuale sia che vengano classificati nella generazione attuale od in quella dei padri. L'elaborazione finale dà luogo ad una misurazionue degli omosociali non rispetto alle condizioni professionali di partenza, ma rispetto alla percentuale di presenza delle varie categorie in un ordinamento cumulativo (ad esempio; al 1% dei soggetti corrispondono il 49,6o/c') degli omosociali; al· 10% il 51%; al 20% il 61,1, ecc.). Questi dati esposti in un diagramma inserito in un sistema di assi cartesiano danno luogo ad una valutazione critica tramite una misurazione teorica. Il Livi propone un'ipotesi di equimobilità come corrispondente alla situazione che si verificherebbe qualora la probabilità di occupare una condizione professionale fosse uguale per tutte le condizioni cioè fosse indipendente per tutte le condizioni di partenza. Come nel noto diagramma di Lorenz la posizione di equidistribuzione per classi cumulative di reddito corrisponde alla diagonale, così nello schema del Livi l'ipotesi di equimobilità si esprime con l'andamento della diagonale. Questa isola lo spazio superiore del piano nel quale si situa la curva _diomòsocialità risp·etto ai vari livelli percentuali indicati sull'ascissa. L'asse pa- .rallel9 all'ascissa che chiude il piano corrispondente all'ipotesi di totale omosocialità, quella che si verificherebbe se per ogni livello percentuale il dato fosse il 100%. Dati questi elementi è possibile costruire una misura; per volume di mobilità sociale si intende l'area delimitata dalla curva di omosocialità e dall'asse superiore; per volume di occlusione sociale si intede l'area compresa tra la curva e la diagonale. Queste due superfici divise per la superficie totale delimitata dalla diagonale danno luogo a due indici, rispettivamente di mobilità sociale e di occlusione sociale. E' interessante notare il risultato finale rilevato dal Livi: nel corso di una generazione, nel periodo delimitato all'incirca dagli anni 1919· e 1949, la mobilità in Italia è stata del 41 % inferiore a quella che si sarebbe manifestata nell'ipotesi di equimobilità, cioè di · una probabilità di accessione alle condizioni professionali indipendente .da quella di provenienza. Concetto di mobilità per/ etta. In tutti i metodi sopra indicati la misurazione della mobilità si è compiuta ponendo a confronto i dati empirici con una misura teorica. Questo procedimento, qua_lunque siano le differenze di elaborazione e Biblioteca Gino Bianco •
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