Passato e Presente - anno II - n. 10 - lug.-ago. 1959

A71gelo,Pagani I plificato con l'assunzione. di un intervallo costante tra gli strati adiacenti. Questa limitazione è suggerita da esigenze pratiche e non corrisponde ad alcun presupposto teorico 1 • Il quesito rimanda ad un problema concettualmente precedente, quello della natura continua o discreta degli strati. Negli studi di stratificazione il problema è stato concettualmente risolto facendo riferimento al tipo di distribuzione della variabile o gruppo di variabili considerate. Allorché questa varia per quantità contigue la soluzione suggerita sarebbe quella di un ordinamento per strati continui; v'è da dire però che in questa applicazione il requisito della continuità non è inteso in stretto senso matematico. Il caso della posizione ~ sociale rientra ovviamente in questa situazione potendosi ragionevolmente sup_porre che lo strumento ordinativo di essa, cioè la valutazione di prestigio espressa dalla collettività o da un gruppo rappresentativo di essa, vari per quantità continue. Ma a questo punto intervengono ragioni di prudenza metodologica ad escludere la soluzione teoricamente più valida. In primo luogo vi è la difficoltà di fare corrispondere le valutazioni di prestigio entro un quadro verticale a sviluppo continuo. La convenzionalità dell'operazione sarebbe ulteriormente accresciuta qualora si - volesse accertare per ciascuno una distanza diversa. L'incertezza delle risposte sarebbe tale da contrastare l'eventuale rapporto conoscitivo con una maggiore quota di arbitrarietà. Ma anche ad escludere la soluzione continua possono intervenire considerazioni diverse da quelle suggerite da una pura difficoltà di costruzione. La costruzione delle valutazioni di prestigio, nelle circostanze in cui è stata compiuta, si è limitata a raccogliere giudizi di relativa superiorità ed inferiorità. Ci si può chiedere se l_arichiesta di una. specificazione dei gi4dizi entro uno spazio differenziato, oltre .a presentare delle difficoltà di costruzione, non implichi una indebita modificazione del processo valutativo. Questo potrebbe avvenire se il prestigio come valutazione ordinativa· fosse essenzialmente un giudizio di relativa superiorità o inferiorità. Si può presumere che ·l'idea di prestigio quale è comunemente sentita ed accolta dagli intervistati indichi semplicemente una relazione di relativa superiorità ed inferiorità senza comprendere una indicazione quantitativa. Se cosi fosse, il richiedere una valutazio!le di distanza implicherebbe non tanto l'incremento della quota di arbitrarietà quanto un vero e proprio errore teorico. 1 Il problema è ampiamente dibattuto nel saggio d~ C. A. MosER e J. R. HALL, The Socia! Grading of Occupation, ove vengono indicate le condizioni per la ,costruzione di un ordinamento continuo. BibliotecaGino Bianco · . ' .

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