Tempo libero al lavoro, probabilmente assai vicino a quelle che il Friedmann chiam'1 · « distraction », o al contrario può essere una « fuga » nel senso piu forte che la psicologia le conferisce. Fra questi due punti estremi si può costruire una scala completa di atteggiamenti: senza di essa l'interpretazione del tempo libero sarebbe troppo semplificata. Svago è infatti una parola generica, dai molteplici significati. La reazione alle frustrazioni della tecnica di lavoro sembra solo una piccola parte di questo variato insieme di atteggiamenti, propri di diversi tipi di personalità di lavoratori, il cui livello di aspirazioni verso il lavoro e verso il tempo libero è assai eterogeneo. Analogamente, parlare al riguardo di « alienazione» corrisponde probabilmente solo a una parte di verità. Si dovrebbero evitare le schematizzazioni. Dire che « ogni evasione )) è un comportamento piu o meno nevrotico accompagnato in varia forma da compressioni di separazione da una parte della realtà, è forse esagerato. Occorrerebbe, ci sembra, esaminare piu dappresso il significato d~ tutti questi atteggiamenti verso lo svago. Le scienze sociali non hanno infatti ancora svolto studi veramente sperimentali su questo propblema psicosociologico. Nel bisogno di vivere la « Seconda realtà )) del tempo libero 1 , - il bisogno di identificarsi ai divi o di proiettarsi in situazioni~ immaginarie - la sociologia del tempo libero non ha ancora distinto la parte che corrisponde al compenso di una insoddisfazione professionale, da quella che riproduce aspirazioni nuove a forme di partecipazione semi-reale, semi-immaginaria, intermedie fra sogno e realtà, a cui una minoranza di privilegiati forniti di tempo libero e di cultura non sono piu i soli ad essere introdotti. E all'opposto, occorrerebbero ricerche piu fini sull'influenza dello svago sopra gli atteggia- . menti nel lavoro, per distinguerne gli effetti negativi, positivi o neutri. Da questo aspetto, il riflesso della partecipazione a spettacoli sportivi, o della pratica sportiva, sui comp~rtamenti tecnici e sociali dei lavoratori, sembra singolarmente ambivalente. In nome di una concezione prioritaria della «attività», sarebbe imprudente ridurre la pratica sportiva alle sue « virtù educative» e la partecipazione agli spettacoli spor- . tivi a una forma d'alienazione, come· sembra fare Henri Lefebvre 2 • 1 R. CALLOis, Les jeux et les hommes, Parigi 1956. 2 H. LEFEBVRE, Critique de la vie quotidienne, p. 45. Ma vedi anche, in contraio, le inchieste monografiche in corso al riguardo sotto la direzione di G. MAGNANE, responsabile della sociologia dello sport al Centre d'Etudes sociologiques, e ·quelle estensive condotte dall'Istituto internazionale per la gioventù, dell'UNESCO. ·Biblioteca Gino Bianco
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