Passato e Presente - anno II - n. 10 - lug.-ago. 1959

Tempo libero sportivi, ricreativi, culturali, dove le persone entrano in rapporti piu diretti, dove la condizione rispettiva è piu elastica che nella fabbrica, dove operai e impiegati svolgono spesso insieme compiti di animatori e çli dirigenti. Tutte le ·associazioni hanno un carattere fraterno che si differenzia da quello autoritario della maggior parte delle attuali aziende. A tutt<?questo si aggiunga la condizione del lavoratore nell'odierna società industriale, che lavora «per un altro>>. E' da chiedersi se per dodici milioni di salariati che vi sono in Francia il gusto diffuso all 'artigianato dilettante, in gran parte disinteressato, in cui si lavora individuai- - mente e senza un padrone, non sia motivato fra l'altro dalla reazione allo stato_di dipendenza del salariato nella grande azienda. Si tratta naturalmente soltanto di ipotesi sull'azione del lavoro e del tempo libero, che andrebbero verificate. Altre consimili se ne potrebbero porre : noi ci limiteremo a insistere sull'altro aspetto della nostra ricerca, cioè l 'influenza del tempo libero sul lavoro. A nostro giudizio, la scarsità di studi su questo aspetto porta a distorcere la conoscenza scientifica dei rapporti fra questi due fenomeni e, per conseguenza, anche della situazione e del significato del lavoro nella vita reale, nella coscienza reale dei lavoratori. Abbiamo visto che il tempo libero, col suo peso crescente, fornisce modelli di condotta e può dare uno stile a tutta una vita. La sua azione è sensibile fin dal momento della scelta di un mestiere. Si sa per esempio che il settore terziario subisce un'espansione sproporzionata rispetto allo sviluppo economico generale della Francia (Sauvy). Perché? Pierre Naville sottolinea come il maggior problema nella scelta di un mestiere sia 1~ trasformazione dell'illusione professionale in coscienza obiettiva del mestiere e delle condizioni di esercitarlo 1 • E' probabile che la ricerca · di condizioni piu gradevoli e piu redditizie di lavoro sia uno stimolo importante. Ma si può anche chiedersi. se una delle fonti dell'illusione pro-- fessionale non consista per molti giovani nella confusione fra lavoro e tempo libero, nella ricerca dell'attrazione delle attività ricreative in seno alle attività professionali. Ci sembrano augurabili ricerche in questo . senso, specialmente per conoscere le cause precise di questa eccessiva ·espansione del settore terziario. In un centro di 40 mila abitanti, sempre piu industriale e sempre meno turistico, su 700 luoghi di vendita circa 350 riguardano direttamente beni o servizi di consumo voluttuario: • 1 P. NAVILLE, La crise de l'illusion professionnelle chez l'enfant et l'adolescent, in « Enfance », gennaio-febbraio 1949. B~bliotecaGino Bianco

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