Passato e Presente - anno II - n. 10 - lug.-ago. 1959

Tempo libero 1281 spirituali (la povera età delle favole di La Fontaine si lamenta perché « il signor curato accresce ogni giorno gli esercizi spirituali di qualche nuovo santo». Le festività di questo genere erano in quel tempo 84); b) I giorni di impossibilità di lavoro, ·a causa di malattie, del gelo, di impegni diversi, press'a poco altrettantonumerosi dei giorni di festa. Quanto al riposo quotidiano, faceva parte del ritmo continuo ma irregolare della giornata lavorativa. Era una porzione di quel variabile periodo di lavoro, che incominciava e finiva alla luce del sole. I periodi di riposo erano paragonabili a periodi di «intervallo» piu che a periodi di tempo libero. La meccanizzazione, la concentrazione, la divisione ed organizzazione crescente della produzione hanno invece creato un tempo cronome- - trico di lavoro sempre più separato, più contrapposto al tempo di non-lavoro, diventato gradualmente ambito di attività nuove di distensione, divertimento e sviluppo. Nell'incrementare la sua capacità produttiva, la civiltà industriale accresceva la durata del tempo libero, pur aumentando contemporaneamente la produttività del tempo lavorativo. E' dunque verosimile che la scoperta di nuove fonti di energia, i progressi dell'organizzazione industriale, l'estendersi dell'automazione, provocheranno un incremento del tempo libero. In questo senso è giusto affermare che il tempo libero è una creazione continua del progresso tecnico. Q~uestacreazione però non è automatica: l'accrescimento del tempo libero, la diminuzione del tempo lavorativo, fanno parte della conquista di quei « progressi sociali » che sono il risultato di una lotta ininterrotta fra interessi contrapposti. Pierre Naville osserva che al principio ·del secolo l'improvviso sviluppo delle macchine avrebbe dovuto comportare automaticamente una diminuzione delle ore di lavoro, mentre, a causa del rapporto esistente in quel momento tra le forze sociali, si produsse il fenomeno opposto. E invece nel 1936 un nuovo rapporto tra le forze sociali, favorito dal timore di un'estendersi della disoccupazione, fece introdurre improvvisamente i 12 giorni di ferie pagate e la settimana di 40 ore. Il paese è stato poi costretto a rinunciare alla settimana di quaranta ore non solo per le circostanze di guerra, ma anche perché la capacità produttiva deìle aziende in quell'epoca non potevr sostenere una . simile diminuzione del lavoro senza provocare un ristagno nel livello di ·vita del paese (Sauvy). L'incremento del tempo libero per effetto dei nuovi progressi tecnici dipende dunque anche dal rapporto tra le forze sociali di un momento dato, e dagli orientamenti· che esse prescelgono. Che cosa si può prevedere? La scienza sociale non può fare profezie, ma an_alizzale probabili alternative della evoluzione sociale. Dobbiamo 82 Ri liote a Gino Bianco

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