Passato e Presente - anno II - n. 10 - lug.-ago. 1959

1274 Alessandro Pizzorno Perché il proletariato adottava simile ideologia? Erano le « lettres de noblesse ». della nuova -classe, la dichiarazione con cui si assumeva l'impegno di proseguire l'opera di espansione produttiva iniziata dalla classe avversaria che si voleva soppiantare? In effetti il proletariato si poneva di fronte alla borghesia con lo stesso atteggiamento con cui la borghesia si era posta di fronte alla società feudale. Doveva quindi affermare i propri autonomi valori, una propria moralità, i propri principi di organizzazione sociale, ecc. Non per niente la teoria del proletariato era quella che aveva saputo più conseguentemente interpretare ì rapporti storici fra borghesia e feudalità. La nuova ideologia del lavoro si opponeva però a quella che conduceva all'accumulazione privata, in quanto questa volta il lavoro era scisso dalla proprietà. La nuova classe doveva cosi costituire- il proprio ordine, la propria « società in nuce », all'interno della società borghese come la borghesia l'aveva costituito all'interno della socìetà feudale. Simile impresa però avrebbe potuto riuscire soltanto nel caso in cui le distinzioni e le distanze fra le classi fossero state della stessa natura di quelle che avevano separato la borghesia dalla nobiltà. Ma se ciò poteva ancora esser vero in certe circostanze estreme, la natura dei rapporti essenzialmente non era la stessa. La borghesia aveva un potenziale di assimilazione a sé del resto della società, che nei suoi termini giuridici era presente sin dagli inizi, poi si è rivelato in tutta la sua portata storica. . Tale « potenziale di assimilazione >> non consisteva tanto nel meccanismo della mobilità sociale - importante, n:ia, quando effettivamente misurato, molto inferiore a quanto ci si immaginasse - ma piuttosto nella logica della produzione di massa e, conseguentemente, del consumo di massa. E infatti le rivendicazioni reali del movimento operaio it?-regime capitalista hanno mirato soprattutto al livello di consumo (rivendicazioni salariali, diminuzione ·del lavoro settimanale, ecc.), mentre le rivendicazioni di un nuovo ordine sociale fondato sul lavoro diminuiscono con crescere del livello medio del reddito. Si forma quella che è stata chiamata la nuova moralità del consumo, secondo un modello differente sia da quello previsto dall'ideologia· proletaria del lavoro, sia da quello proprio all'ideologia borghese dell'accumulazione. Date queste tendenze, come vanno conformandosi allora i rapporti effettivi di classe? Esistono, almeno in potenza, delle trasformazioni tali da mettere in questione la natura capitalistica della struttura di classe? Ecco alcune osservazioni. Una riguarderà certi effetti del consumo di massa. L'altra, il configurarsi in termini di classe della nuova organizzazione del lavoro, di tipo burocratico. · Biblioteca Gino Bianco ·

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==