Passato e Presente - anno II - n. 10 - lug.-ago. 1959

1272 Alessandro Pizzorno mica non è identificabile che grazie a una concezione dell'uomo che agisce, nei rapporti sociali, .in funzione di una massimizzazione dei propri interessi monetari: ma questa è appunto una tipica concezione borghese, o capitalistica, dei rapporti sociali. Nello stesso modo, abbiamo visto poco fa, il processo storico iniziale di formazione dei rapporti capitalistici, cioè l'espulsione dei servi della gleba, presuppone già la presenza agente di una sorta di « spirito ·del capitalismo». E infatti, da tutto quanto precede, sembra esatto concludere, che spirito di iniziativa, di innovazione, di accumulazione, sono il presupposto dello sviluppo di rapporti capitalistici di produzione, non in quanto piovano dal cielo nell'anima dei 'futuri predestinati capitalisti, ma in quanto rappresentano la forma che, in circostanze determinate, prende la reazione di individui e gruppi ai . rapporti di classe esistenti, un' ideale « salto fuori » dalla struttura della società feudale, per la creazione di nuovi valori sociali. Il fatto ideologico, cioè, non è primario, e tanto meno autonomo, in quanto non può non affondare le sue radici nella struttura sociale: ma non perchè debba esserne « espressione », o traduzione soprastrutturale di certi princìpi immanenti. E' più probabile invece che esso parta da condizioni o fenomeni irrilevanti per il funzionamento della struttura esistente, e ne cresca poi fuori fino a provocare il cambiamento globale. Allo stesso modo si è posta ad un cer~o momento, all'interno dei rapporti capitalistici di produzione, l'ideologia proletaria. Ma qui occorrerà guardare le cose più da vicino. Caratteri e funzione dell'ideologia proletaria. Una prima funzione dell'ideologia proletaria è stata quella di offrire i princìpi sui quali fondare un sistema di rapporti sociali all'interno di una nuova classe in formazione, cioè all'interno di una massa di popolazione che in maniera nuova convergeva verso condizioni ·economiche (libera vendita della forza-lavoro), ecologiche (nuova situazione urbana) e lavorative (fabbrica) circoscritte e separate. In tali nuove condizioni, rapporti umani puramente casuali prendevano il posto dei rapporti sociali necessari, istituzionalmente giustificati, che comsociali strutturati in modo non capitalistico. O con qualche tratto «connaturato» nell'~o.mo? ! In ogni caso ci sembra più giusto parlar proprio di « brama di dom1ruo », che non di « riflesso del sistema». In questa direzione vedi invece P. M. SwEEZY, La teoria dello sviluppo capitalistico, Torino 1951, pag. 112 e sgg. Biblioteca Gino Bianco-

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