Accumulazione e ideologie di classe pass~ggio fra queste due fasi sembra implicitamente venir data in nome del buon senso. Ma il fatto che si tenda a « mettere in mostra la propria ricchezza» - pur all'interno di un sistema che dovrebbe funzionare secondo la logica del massimo profitto - tradisce la presenza di tendenze contrapposte. Non basta dire - come in altri luoghi fa Marx - che si tratta di un « compromesso » della borghesia arrivata, con la vecchia classe dirigente aristocratica. I termini di un compromesso sono i termini degli interessi reciproci. Esiste un interesse a « mostrare la propria rie- - chezza » e su cosa si fonda? E' infatti tale dato di fatto costante o riapparente, che occorre affrontare e spiegare in modo sistematico, dando anche ragione di quelle circostanze che lo contrastano. E sarà qui il caso di notare come Marx riconosca a piu riprese - ma non osi mai proporlo sistematicamente- che, per dirla con Alain, gli uomini son cos1 fatti, che non pensano soltanto al loro interesse, ma anche « à leur propre . , maJeste ». Questa tendenza di f~ndo a « mostrare la propria ricchezza», a consumare vistosamente, riemerge ogni qualvolta il conflitto di classe non rende piu indispensabile l'affermazione di valori autonomi di inno, vazione e di accumulazione. In complesso si potrà dire che se Marx arriva qualche volta a descrivere il motore del processo di accumulazione in termini di atteggiamento, o di « propensione necessaria» (« L'anima ... del capitalista ... è l'anima del capitale... ha un unico istinto vitale, l'istinto di aumentare il proprio valore, cioè di valorizzarsi, cioè di creare plus-valore ... ») 1 , fondamentalmente, e coerentemente col suo sistema, per lui il capitalista non può non avere quella disposizione, in quanto è preso nell'ingranaggio dei rapporti· capitalistici di produzione; le leggi che governano la sua anima - cioè l'insieme dei suoi atteggiamenti e delle sue posizioni ideologiche, cioè la cosiddetta superstruttura - non possono che essere l'espressione funzionalmente corrispondente delle leggi che governano la categoria economica del capitale 2 • Ma a sua volta tale categoria econo1 « Il Ca-pitale » I, 1. 2 In « Il problema dello sviluppo economico in Marx e Schumpeter » (in « Teoria e politica dello sviluppo economico », a cura di G. C. Papi, Milano, 1954, pag. 68), P. Sylos Labini sembra voler accentuare il momento psicologistico della posizione marxiana : « Donde proviene la necessità dell'accumulazione, ossia dello sviluppo? Fondamentalmente dalla tendenza allo arricchimento e dalla "brama di dominio" del capitalista... » scrive, interprentando Marx. Ma la brama di dominio da dove viene? O si fonda sulla necessità immanente dei rapporti di produzione già capitalistici (e quindi non può spiegarli - e così è per Marx), o li precede. Ma in questo caso bisogna spiegarla a partire da rapporti Biblioteca Gino B•anco
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