Passato e Presente - anno II - n. 10 - lug.-ago. 1959

Alessandro Pizzorno cietà globale. Senonché, perché il processo di trasformazione sia portato avanti in tutte le sue conseguenze, occorre che il gruppo di minoranza o di opposizione, produca un sistema alternativo di valori il quale assicuri all'azione individuale di innovazione un riconoscimento giustificante. Si è inteso sostanzialmente questo, parlando di ideologia di classe. Riepilogando lo schema generale. Si sono identificati due aspetti nelle condizioni delle trasformazioni sociali necessarie all'accumulazione. Da una parte la presenza di una struttura rigida delle classi, che impedisce l'accesso di nuovi gruppi alle posizioni socialmente dominanti. Tale impenetrabilità scoraggia i comportamenti di consumo sui quali si fonda l'emulazione con gli « stili di vita » superiori, e favorisce invece comportamenti modellati secondo valori « d'opposizione», quindi risparmiatori, parsimoniosi, tendenzialJ11ente ascetici, facenti dell' atti., vità accumulatrice di ricchezze un finè in sé. Dall'altra occorre che tali .nuovi modelli di azione, e il successo che in essi si acquisisce, godano almeno in una certa zona sociale, di un sistema di riconoscimenti. Infatti, benchè il modello dell'accumulazione fine a se stessa sia potenzialmente individualistico, anzi il più individualistico che la storia della civiltà conosca, è indubbio che esso, come qualsiasi modello d'azione, non potrebbe sussistere senza un più o meno largo riconoscimento sociale che « ricompensi » i successi secondo tale modello realizzati. I valori di « opposizione >> saranno socialmente rilevanti solo se socialmente condivisi, e potranno diffondersi e riprodursi solo tendendo all'istituzionalizzazione. In tal modo si elabora un'ideologia di classe, che dà luogo al formarsi di una sorta di « società in nuce >> all'interno della società globale. Il fenomeno dell'accumulazione capitalistica è stato quindi reso possibile dall'originario porsi di una_ classe, con un suo sistema di valori, in opposizione e alternativa alla società globale. Quest'ipotesi dà anche ragione, in senso generalizzante, dello schema marxiano, secondo il quale la borghesia, nella fase in cui è ancora « parvenue », persegue « la produzione per la produzione »; « via via eh~ la sua ricchezza aumenta, egli (il capitalista) si allontana da questo ideale e diventa dissipatore, se non altro per mettere in mostra la sua ricchezza. Ma è sempre ricchezza che gode con cattiva coscienza, col pensiero volto al risparmio e all'arricchimento » 1 • La spiegazione del 1 In « Storia delle teorie economiche))·, I, p. 354; ma vedi anche pp. 275 e -sgg.; 339 e sgg.; 378-79; dove tale concezione viene in vari modi ·ripresa e illustrata. Biblioteca Gino Bianco

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