Il mito dell'industria 1395 come « servizio pubblico » (p. 190 ). L'importante, per Wright Mills, è che questi specialisti delle sovrastrutture si mettano in grado di offrire rapidamente questo « servizio», che molti uomini ne fruiscano e lo controllino, che ci si decida a formulare democraticamente un programma al~ernativo, che sempre più uomini scelgano consapevolmente di parteciparvi, che neghino di dover subire un destino bellico, che firmino, come egli dice, di fatto e al piu presto, la loro « pace separata ». • 8.. - Dubbi sulla funzione degli intellettuali e ricerca di una base . , . piu ampia. Abbiamo fin qui cercato di aderire il piu possibile alle tesi di Wright Mills, e anche di nutrirle ed appoggiarle con -nostre notazioni parallele. Quel coraggioso tentativo merita, infatti, a nostro avviso, la massima attenzione ed anche la massima partecipazione. Tuttavia, a questo punto, non possiamo evitare di esprimere un senso di disagio, non certo per le sue analisi che ci trovano sostanzialmente concordanti, ma per le prospettive che egli ci indica ed offre. Disagio, diciamo, perché da un lato non desideriam_o avanzar critiche a Wright Mills in nome di quel realismo che egli ha cos1 duramente e giustamente denunciato, dall'altro perché non possiamo nasconderci, in base ad esperienze europee già avvenute, che la fiducia in una « rivolta degli intellet~ali e scienziati »· costituisce una ben fragile base ad un programma alternativo. E diremo di piu: il fallimento pratico di tentativi del genere e la chiarificazione teorica di. tale fallimento per opera di Naville in polemica con Sartre 1 sono i documenti forse definitivi per sottrarci a que~to tipo non già di utopie, ma di illusorie speranze. In breve, l 'intellighepzia inserita nei sistemi attuali, non tende ad anticipare, come gruppo, un diverso modo di pensare e di vivere che possa indicare di per sé un programma alternativo. L'intellighenzia è una cla~se ben definibile sociologicamente : è una seconda classe fra le élites del potere e le classi soggette, essa stessa soggetta e strumento di soggezione. Non può avere una politica autonoma dal momen~o che il suo distacco dalle classi assoggettate è totale e--dal momento, anzi, che è essa stessa un elemento di giustificazione e creazione di . ·_tale distacco. L'intellighenzia dimostra chi~ramente, con la sua ogget-- tiva costituzione in classe·,che il pensiero e le scienze non possono essere· elaborati che « in alto», nelle « torri d'avorio», che hanno del resto,, 1 Cfr. il saggio di P. N AVILLE pubblicato su « Lettres nouvelles » e ora in traduzione italiana presso Schwarz. Biblioteca Gino Bianco
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