Passato e Presente - anno II - n. 10 - lug.-ago. 1959

Roberto Guiducci tuarla, né a condurla. E' una fase preliminare alla storia, un momento storico-biologico per raggiungere la completezza biologica (la soddisfazione dei bisogni per la sopravvivenza) e per mettersi in condizioni di . operare storicamente .. Il fine dell'industria deve essere ricollocato al rango di mezzo. L'uo.;. mo non può accettare di essere condotto dalle leggi interne dell'industria per strade che gli sono estranee e controproducenti. Tali leggi oggi tendono a creare zone inutilmente sovrasviluppate e zone tragicamente sottosviluppate, portano ad usare degli armamenti come forma di autonutrimento dell'industria stessa, o, peggio, come criterio per sottrarre le élites del potere a qualsiasi rendiconto nella distribuzione della ricchezza, conducono ad esaltare mostruosamente alcuni settori di prestigio portando l'uomo a frequentare gli astri prima di avergli consentito di vivere ·ragionevolmente sulla terra. Sulla irrazionalità dell'industria si regge l'irrazionalità della concezione della storia come equilibrio spontaneo o come dialettica oggettiva, e su tale concezione· si regge a sua volta quella della delega del potere ad élites che di questa irrazionalità possono apparire come le rappresentanti giustificate, precisamente in quanto non può esistere alcuna giustificazione di chiedere ragione alla irrazionalità. Il discorso, sin tanto che resta all'interno del sistema, torna sempre su se stesso e, constatatane l'assurdità, reclina e si chiude. E' per questo che tanti uomini capaci e intelligenti, pur arrivando a queste conclusioni, se ne ritraggono senza vedere una via d'uscita. Per affrontarle occorre assai piu, infatti, che un « supplemènto d'anima)), suggerita da qualche moralista a mezza strada. Occorre assai piu, che denunciare a tratti, come il moralis.tl}.ofa, gli stessi compromessi che costituiscono la pra- . tica quoti.diana della sua vita. Occorre non compromettersi, segnare la linea del « no)) e non sorpassarla. 6. - Programma alternativo. Occorre, perciò, un programma alternativo. « Dobbiamo combattere contro la dottrina secondo la quale noi siamo nel sacco, e non c'é alternativa, e ogni altra linea di pensiero. e d'azione diversa da quella che oggi si segue è utopistica e astratta ... Dobbiamo dar via libera alla fantasia umana, per aprire nuove ricerche di alternative possibili alla comunità umana; dobbiamo elaborare e proporre piani, idee, prospettive, generali e particolari; insomma, preparare un programma)) (p. 168). E tenervi fed~, cioè praticarlo. E che l'intellettuale parli o si rifiuti di parlare, e insegni ad altri a parlare o rifiutarsi di parlare, dato che BibliotecaGino Bianco ,..

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