Accumulazione e ideologie di classe luogo allo « sregolato istinto del capitale a valorizzare se stesso)), come dice Marx. Però dire che un complesso di atteggiamenti e di valori riguardanti l'accumu_lazione e il realizzarsi effettivo dell'accumulazione .sono contemporanei, non è spiegare il loro rapporto necessario. A questo proposito possiamo grossomodo individuare tre tipi di spiegazioni principali. C'è una spiegazione di tipo psicologistico, per la quale l'accumulazione, ed il conseguente sviluppo economico, incominciano ad attuarsi quando in un certo numero d'individui si manifesta una certa tendenza all'espansione (« urge to expand >>, dice Kaldor), o insomma una certa volontà di accumulazione 1 • La spiegazione marxiana invece scopre le radici dell'accumulazione primitiva nel « processo storico di separazione del produttore dai mezzi di produzione)), nello ist~nte in cui si realizza la separazione tra classe. di proprietari da una parte, e classe di liberi venditori della forza-lavora,. dall'altra. Ma se conosciamo il fenomeno che rendeva disponibile una classe di liberi venditori di forza-lavoro, ed esattamente il fenomeno dell'espulsiòne dei servi della gleba, occorre ancora precisare quali erano le condizioni che permettevano alla classe borghese tale orientamento di valori che la stimolava a scegliere i cammini dell'accumulazione prògressiva, e quindi dello sfruttamento della forza-lavoro ·disponibile, invece di adattarsi ai modelli culturali e sociali. di consumo presentati dalla classe aristocratica dominante. Queste condizioni sono radicate nella natura stessa del sistema feudale. Secondo la nostra ipotesi diremo che la rigidità delle distinzioni di classe, l'impenetrabilità giuridicamente sanzionata delle barriere sociali, impediva o limitava fortemente ogni possibilità d'accesso alla classe nobile da parte dei borghesi arricchiti. Quando· il borghese può facilmente raggiungere il livello sociale dei . nobili grazie a certe manifestazioni di ricchezza, tende a destinare una parte importante delle proprie ricchezze acquisite per adeguarsi ai modelli di « stile di vita ))' e quindi di consumo, che distinguono la classe aristocratica. Ma quando invece le barriere sono più rigide e i modelli di consumo non servono al confronto sociale; l'accumulazione e il successo nel lavoro e nell'a~vità d'intrapresa e d'innovazione diventano valori morali e norme di condotta, escludendo la ricerca di un prestigio 1 Vedi a questo proposito gli cc Atti del Congresso Internazionale di Studio sul problema delle Aree Arretrate», Milano 1954, voi. Il. Soprattutto la relazione di Kaldor, con la discussione che ne è seguita, e le critiche, da una posizione strutturalista, di J anne. Biblioteca Gino B·ianco
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