Passato e Presente - anno II - n. 10 - lug.-ago. 1959

Le autonomie e lo Stato bra necessario che le forze di ispirazione socialista si inseriscano con maggiore chiarezza, con piu spiccata personalità. Sincera partecipazione allo spirito di autonomia, di democratico autogoverno, e visione politica complessiva - nazionale e di classe - hanno bisogno in questa fase di intrecciarsi meno casualmente. Il movimento op.eraio, le energie demo- ·cratiche più moderne, hanno la responsabilità di far sentire vivamente, di fronte a ogni vena qualunquistica o clientelistica che tentasse di aver la meglio, la loro volontà educatrice. Per questo ci pare che di questo . ordine di problema debba occuparsi anche una rivista per la quale la politica non si-pone come fatto immediato, qual'è la nostra. Conosciamo poco, non abbastanza, come sia strutturato lo Stato in -Italia, in che modo esso possa tanto bene servire gli interessi econo~ici e politici conservatori : ce ne accorgiamo tutti i giorni, ed è fra le ragioni dell'insufficienza della opposizione di sinistra durante questi anni. Ebbene, quanto meglio lo conosceremo, tanto piu ci sembra che il livello del quale ci siamo occupati sia destinato a risultare di notevole importanza. Vogliamo essere·piu chiari. Per noi un tal genere di azione su scala provinciale, o municipale, o regionale, non va!lno intese come un ri- - piegamento forzato, a cui ci si rassegna non potepdo « cogliere il frutto » del potere politico: non vanno intese cioè come consolazione o riformismo spicciolo (con il che d'altronde si resterebbe press'a poco a quello che già viene fat~o). Neppure, al co~trario, esse sono a nostro giudizio il perno o l' « anello piu debole », su cui far leva per scalzare d'un colpo la costruzione conservativa. Piu semplicemente, è forse questo uno dei terreni nei quali inevitabilmente, in una situazione altamente accer:itrata e sbilanciata come qµella dell'Italia, dove trovare vigore ed impegnarsi oggi qualunque movimento profondamente rinnovatore, e possono adombrarsi anehe in fasi di relativa stagnazione riforme strutturali e spostamenti di forze politiche. Qui insomma, ci pare, vi è materia abbondante di studio e d'iniziativa per un programma atto a colpire le strutture dominanti, per un disegno di sviluppo economico e di ripresa democratica sostanziale. ALBERTO CARACCIOLO Bibliote·ca Gino s·ianco •

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