Passato e Presente - anno II - n. 10 - lug.-ago. 1959

Alberto Caracciolo fa sono ancora sostanzialmente in vigore. In pratica invece la tendenza alla municipalizzazione, già in gran parte abbandonata sotto il fascismo non è seguita dopo la_liberazione. Si direbbe che in alcuni settori, come quello dell'energia elettrica, la potenza monopolistica sia riuscita ad avere la meglio. In altri, come i trasporti, si affacciano qua e là sintomi di contrattacco da parte di società private. Talvolta la collusione di amm-i nistrazioni di destra con interessi di gruppi economici diventa essa stessa la causa dell'alienazione di servizi municipali o di mancato riscatto. Nel campo annonario, provvedimenti che avevano dato buona prova in determinate circostanze (ECA, ristoranti popolari, ecc.) sono sembrati ~ esaurirsi, ed altri, come i Mercati generali, prestano il fianco all'accusa di ostacolare il passaggio rapido dei generi dalla produzione al consumo. Nei comuni governati da maggioranze popolari, inoltre, non pochi programmi di intervento in materia economica e finanziaria - dalle municipalizzazioni alle imposizioni progressive, con larghe esenzioni alle categorie produttrici piu depresse - hanno cozzato contro opposizioni e remore dell'autorità tutoria. Ci si trova cos1 praticamente, oggi, in una situazione di immobilità o di ordinaria amministrazione nei comuni e nelle provincie, propizia a quanto dicevamo all'inizio, cioè allo strapotere dell'esecutivo e in ispecie del Ministero dell'interno e dei prefetti. Una nota di ottimismo ci è però consentita dall'osservazione che a questo strapotere di fatto corrisponde tuttora una legislazione che consentirebbe, agli enti locali, interventi di sostanziale rilevanza per un piano di sviluppo. L'incidenza sulle sottostrutture, com'è noto, può essere esercitata da tali enti in molti modi: strade (specialmente provinciali), comunicazioni, 9pere idrauliche e marittime, ecc. Una politica di incentivi verso determinate ind·ustrie può essere praticata attraverso l'uso del demanio c0munale e con il meccanismo dei piani regolat?ri e delle « zone industriali ))' oltre che attraverso la manovra di aziende municipali o provinciali. Un vastissimo campo si apre poi alla diretta utilizzazione e ·distribuzione di fonti di energia « di interesse provinciale )), fra cui tipiche quelle idroelettriche ma non escluse persino - in teoria - le centrali atomiche. Quando parliamo di settore pubblico dell'economia, e di sua politica in rapporto ai monopoli privati, troppo trascuriamo l'apporto in atto e quello ulteriore che si potrebbe ottenere facendo leva sugli enti locali. Questo potenziale di intervento antimonopolistico, produttivistico, socialmente programmato, entra oggi in gioco scarsamente grazie a due cautele che il· sistema conservativo non è disposto a nessun costo ... BibliotecaGino Bianco·

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==