Passato e Presente - anno II - n. 10 - lug.-ago. 1959

1374 Alberto , Caracciolo 2. Centralismo, e azioni a livello locale. Certo, le grandi decisioni si determinano al Vé:rtice, nelle sale interne del «palazzo)), dove tutto è accentrato. Anche l'opposizione si è organizzata in modo centralistico, sulla base di grandi partiti dove non mancano elementi di burocratizzazione nell'apparato e nel costume, e intorno ai quali si sono diradati alquanto il ricambio, la partecipazione delle piu larghe masse, la diffusa articolazione nei luoghi di vita produttiva e associativa, che pur ne sarebbero la forza originale. Una tipica concezione di partito-guida tra i comunisti, una riaffiorante tentazione ., riformistica sotto fraseggiare massimalistico tra i socialisti, un abito aristocratico e « illuministico )) tra i radicali, hanno contribuito a far gravitare molto al centro, in questi anni, lo sforzo dell'opposizione. Pure, quando guardiamo all'esperienza dei mesi trascorsi, accanto a una estrema cristallizzazione ad alto livello emerge, a livello regionale, locale, in aree circoscritte ed intorno ad istituti autarchici ed « autonomi)), una mobilità dei diversi dati estremamente maggiore, una possibilità di rigetto e trasformazione di programmi conservativi, una inconsueta partecipazione di strati popolari alle decisioni. Che cosa possono offrire battaglie a questo livello, oltre la soluzione di singoli fatti amministrativi o rivendicativi? In quali limiti si pos.. sono esse svolgere, utilizzando piu pienamente, o dilatandoli, i confini istituzionali in atto? Possono esse portare dei colpi, in qualche modo, a un sistema estremamente centralizzato, fino a connettersi in un piano globale di piu vasta scala? Molte domande di questo genere vien fatto di porsi. 'E qui di seguito appunto vogliamo portare elementi per una risposta, prendendo le mosse dalla esperienza più ricca di quanto non · si pensi, che si è accumolata in questi anni. Nessuno vorrà prendere per buoni, s'intende, fenomeni di natura meramente campanilistica, o di ribellismo p~imitivo, anche se vorrà esaminarne le cause profonde. Decisa non può che essere anzi· la resistenza contro rivendicazioni in cui si cela il clientelismo, combinato a paternalistiche conce~sioni dal centro, com'è quella dell'aumento delle provincie (e, dio non voglia, delle prefetture), o all'istituzione di sempre nuove università periferiche. Altre volte la mescolanza degli elementi è piu complessa,' e si tratta di distinguere e di chiarire. Ma troppo spesso ci pare, le organizzazioni socialiste e democratiche centrali, conside- · randoli estranei alla grande politica, sottovalutano certi « episodi >), li abbandonano in mano a demagoghi di un provincialismo retrivo, che genera il MARP piemontese e il napoletanismo di Lauro: o, tutt'al piu, BibliotecaGino Bianco.

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