Passato e Presente - anno II - n. 10 - lug.-ago. 1959

Note e commenti UNA SPINA NEL FIANCO DEL SISTEMA CONSERVATIVO: LE AUTONOMIE LOCALI E REGIONALI 1. I « maestri di palazzo » e r opposizione. Dello Stato italiano, della Repubbl1ca come è uscita dalla Carta costituzionale del 1948, si dice correttamente che è parlamentare. Sappiamo tuttavia, grazie alla critica delle istituzioni e all'esperienza nostra, quali lin1itati poteri· reali spettino alle Camere elettive, quanto povere siano le possibilità di controllo democratico sull'esecutivo. Pubblicisti e politici hanno vigorosamente dimostrato, negli ultimi anni, le ingerenze del sottogoverno, la strapotenza di gruppi economici costituiti, l'immutabile conservatorismo dell'apparato burocratico centrale, i metodi della classe dominante per la formazione della pubblica opinione; e questa stessa rivista vi è tornata piu volte. Il processo di crescente ingerenza dello Stato in tutti i settori della vita sociale, di accentramento dei poteri e delle responsabilità, è stretta- · mente connesso alla dinamica dell'economia e della società del mondo contemporaneo tutt'intero. Ma in Italia esso ha sempre avuto, fin dal giorno dell'unità nazionale, forme particolarmente retrive, ed ha comportato ricorrenti_ tentazioni antidemocratiche, perché si svolgeva su di · un tessuto civile poco evoluto, e minato da seri squilibri interni. Cosi, se per l'America parliamo ancora di élites, qui forse conviene lasciare cadere un termine tanto impegnativo e indicàre gli alti funzio!lari o i prefetti, secondo l'immagine un po' primitiva della Monarchia merovingia, come i « maestri di palazzo >>dei nostri giorni. Poiché di fronte a questi_ « maestri di palazzo >>,in gran parte anonimi, che regolano per gran parte la vita effettiva del paese ed hanno in mano le grandi decisioni, le istituzioni e direzioni politiche finiscono per conservare funzioni piu ché altro « di facciata>>. Le forme di controllo, che in tali istituzioni dovrebbero garantirsi alle minoranze ed alla· pubblica opinione, si riducono quasi a nulla. Chi non è integrato, non è dentro al palazzo, si trova privo persino degli elementi di conoscenza intorno ai dati fondamentali, sui quali vorrebbe svolgere la propria critica. Biblioteca Gino Bianco.

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