Passato e Presente - anno II - n. 9 - mag.-giu. 1959

1214 Francesco Veneziani munista Ciu En-Lai, su cui . da tempo pendeva una grossa taglia per la cattura), l'esercito rosso dovrà esser unificato con quello nazionalista: in attesa della fusione, le truppe abbandonano la stella rossa sul berretto e diventano la « Nuova 4 a armata», e la « ga armata di marcia>>. In realtà sia le armate rosse regolari che le forze partigiane comuniste resteranno · tali e quali, e la dipendenza dal govern~ centrale sarà del tutto teorica. Anzi, proprio in quest'epoca viene creata l'Accademia politico-militare. dell'Esercito rosso, per formare i suoi nuovi quadri. Solo nella Cina del Nord la nuova pol'itica antinipponica di Ciang Kai-Shek porta alla disgregazione dell'esercito unificato costituito sotto l'egida comunista, le ClJi armate rientrano neil' orbita dell'esercito nazionalista. La situazione politica ormai precipita, l'urto aperto con il Giappone non può tardare. Il 7 luglio 1937 le truppe nipponiche attaccano quelle cinesi sul ponte di Marco Polo a Pechino. Ciang Kai-Shek deve decidersi, e questa volta non esita ~d ordinare la resistenza. Essa sarà imperniata soprattutto sullo spazio immenso del suo paese, che sarà la perdita dell'esercito giapponese, come piu tardi la steppa russa lo sarà per quello tedesco. I Giapponesi naturalmente devono limitare la loro occupazione ai punti strategici piu importanti, i porti, le vie di comunicazione. Il colossale assedio imposto alla Cina raggiungerà lo scopo di chiudere la via ai rifornimenti di materiale bellico, mentre per le vettovaglie qualche via resterà aperta, attraverso i porti piu isolati dell'estesissima costa, non sorvegliabile lungo tutta la sua estensione .. Mao Tse-Dun, nel suo scritto ricordato, definisce la guerra che si apre come un conflitto di lunga durata fra il Giappone (paese piccolo, reazionario, con relativamente scarse riserve umane) e la Cina (paese immenso, progressista,. con immense riserve umane). Impossib_ile ricordare le varie fasi della guerra, dalla conquista di Pechino e Tien-Tsin alla resistenza di Shangai e alla caduta di Nanchino, sul . finire del '37, che costringe Ciang a stabilire la capitale a Ciung King, nell'inte~no del paese. Ma è certo che la strategia dei Giapponesi, sempre in cer_cadi un colpo decisivo, non ha esito, né allora, né dopo la creazione a · Nanchino di un governo fantoccio, i nuovi sbarchi nel sud, verso Canton, la conquista di cospicui territori. La resistenza elastic·a e lo sfruttamento dei vasti spazi e dell'azione partigiana si dimostrano efficaci. Le circostanze internazionali complicano i rapporti fra i due eserciti cinesi, coesistenti di fatto, in un modo singolare e poco noto. Occorre ricordare che l'Unione Sovietica, pur avendo nel 1937 stipulato un patto di amicizia con il governo nazionalista, dopo violenti « inci1 denti >>militari con le trup•pe nipponiche in Mongolia ammorbidisce il suo atteggiamento verso il Giappone e di riflesso lo irrigidisce alquanto verso Ciang. In questo paradossale imbroglio, i comuni~ti, che pure combattono ed hanno anzi sempre combattuto i Giapponesi, si sentono rafforzati, per colleganza ideologica, nella loro -iqtransigenza verso l'« alleato>> governo del K.M.T. Il paradosso è ancor piu evidente' dopo l'attacco giapponese a Pearl · BibliotecaGino Bianco

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