Passato e Presente - anno II - n. 9 - mag.-giu. 1959

Pianificazione sovietica 1127 svolta venne dall'agricoltura, alla quale il dopoguerra chiese un nuovo reclutamento di mano d'opera per l'industria. L'esodo rurale fu favorito con misure tendenti a deprimere le condizioni di vita del contadino. La coercizione era stavolta indiretta e non diretta, ma si ebbe ugualmente un danno agli stocks e al flusso della produzione agricola. E' a questo punto che va collocato il momento di svolta : per cui è lecito probabilmente dire - come ebbe a fare Oskar Lange al congresso degli economisti polacchi del 1956- che l'ultimo scritto di Stalin appartiene ormai alla ricerca di una prospettiva nuova, verso la quale era giuocoforza si indirizzasse la classe dirigente sovietica. Da allora le tappe della riconversione sono state numerose e imponenti e le implicazioni delle rettifiche avviate hanno travolto assai piu di quanto l'originario consenso di esponenti dell'antica politica non comportasse (il che aiuta a comprendere come un gruppo dirigente partito in una stessa direzione, sotto la spinta di una necessità, si sia potuto assottigliare fino a ridursi a quasi un decimo di se stesso). La rettificazione della politica agricola in termini di prezzi mise a nudo una piu profonda anchilosi tecnico-organizzativa che la lunga assenza di un sistema di incertivazione aveva determinato, a rischio di migliorare la quota del reddito contadino senza accrescere il reddito globale e di rallentare l'apporto di mano d'opera all'industria. La via d'uscita fu ricercata in una duplice direzione: una svolta « agronomica » consistente nell'abbandono della linea classica di sviluppo europeo fondata sull'alternanza delle foraggere coi cereali nella forma propugnata dall'accademico Villiams e nella adozione della linea « americana» dell'uso del mais come foraggio; e una decisione di piu ampie implicazioni strategiche, quale quella del dissodamento delle terre vergini. Decisione, quest'ultima, che metteva in luce l'estremo intrico del groviglio creatosi nell'agricoltura ma che, al tempo stesso, mostrava una singolare volontà di anteporre arditamente la praticità dell'intento alla preoccupazione di riconoscere la pesantezza della situazione. Il che sarà un po' la caratteristica stilistica del krusciovismo. Queste misure aprivano un varco importante al sistema economico, allargandone apparentemente le frontiere. In realtà, · invece, rappresentavano un punto importante nella morte del vecchio sistema : ségnando le frontiere di un sistema nuovo o rettificato. Da un lato, infatti, accentuavano quella che doveva rivelarsi la strozzatura piu aspra della industrializzazione estensiva, la penuria di mano d'opera; dall'altro offrivano un vasto campo di alternative alla -applicazione dei capitali, mettendo in crisi le angustie della pianifica-~ione rappezzatrice. ImpeBiblioteca Gino s·ian.co

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