Passato e Presente - anno II - n. 9 - mag.-giu. 1959

1126 Luciano Cafagna che si era creduto di costruire, ha creato il massiccio boom da cui è nata la potenza industriale dell'URSS. · La fine del boom è segnata dal suo stesso carattere anarchico. Ad un certo punto l'anarchismo dell'espansione minacciava di strozzare i flussi di derrate, di mano d'opera, le possibilità di coltivazioni di nuovi giacimenti di risorse, minacciava di monopolizzare in vie tecnologicamente unilaterali ed arcaiche l'applicazione dei capitali. La disponibilità complessiva del sistema nelle mani dei pianificatori si faceva sempre piu ridotta, a misura che crescevano le disponibilità frammentarie di « rappezzo » nelle mani dei dirigenti dipartimentali e che queste venivano contese persino in forme illecite fra le imprese. La « corsa al piano » uccideva lentamente la pianificazione. Un attento esame rivelerebbe forse che il primo sostanziale passo verso questo stato di cose venne compit1to con la collettivizzazione forzata. Colpisce il fatto che il primo collo di bottiglia chiaramente manifestatosi nel lungo periodo critico di questo dopoguerra sia stato, come è universalmente noto, quello presentatosi in agricoltura, dal punto di vista del livello produttivo di quest'ultima; e colpisce ancora di piu il fatto che la strozzatura di mano d'opera che ha successivamente colpito l'economia sovietica abbia luogo in una situazione di anormale elevatezza della percentuale della popolazione agricola sul totale. Tutto questo i11ducea pensare che la collettivizzazione forzata fu una operazione estremamente costosa non solo in termini umani e sociali ma anche in termini economici. Nelle vicende della accumulazione del capitale del sistema sovietico può essere paragonata ad un gigantesco movimento di enclosures. Essa permise di formare rapidamente un certo esercito di mano d'opera a buon mercato necessario allo sforzo di accumulazione, ma fu immediatamente pagata con la distruzione di una parte considerevole dello stock agricolo, con_una contrazione del flusso· produttivo annuo dell'agricoltura, con una distruzione di popolazione di proporzioni molto ragguardevoli, e con una inevitabile con-- trazione dell'incremento demografico. Ciò ebbe delle gravi conseguenze negative sugli stessi effetti economici della guerra che trovò il paese già al limite di piena occupazione nei settori essenziali. Certamente oggi non sussistono piu in alcun paese socialista o che aspiri a mettersi sulla via del socialismo condizioni tali da far prevalere coloro che suggeriscono l'opportunità di una simile operazione. Ma non è male ugualmente sottolineare gli elementi che inducono a mettere in dubbio la mitologia della « necessità » di essa anche in quelle condizioni. Comunque sia, è èerto che il primo segnale d'allarme della grande ·Bibliote·ca Gino Bianco ·

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