La società polacca 1197 ampi poteri al direttore di fabbrica, con la riaffermazione del pri11cipio della direzione esercitata « da una sola persona » (pur soggett1 al controllo delle maestranze che, tramite i· propri organismi aziendali, possono esprimere il loro giudizio sul direttore, proporne l'eventuale esonero, chiedere l'intervento di una commissiòne arbitrale governativa in caso di conflitto). La seconda tesi, quella dei « conservatori » (o stalinisti) non richiede molte parole· per essere illustrata, e del resto è stata rapidamente scartata. Costoro, sulla linea tracciata da Bronislaw Mine nella critica al nuovo modello economico, chiedevano puramente e semplicemente di non mettere in causa i criteri di rigida centralizzazione burocratica, da essi ritenuti indispensabili per il successo della pianificazione. Per loro l'esperienza dei consigli operai è soltanto un'esperienza negativa e « revisionista ». Essi, nel dibattito, hanno usato le tradizionali argomentazioni secondo cui solo il partito può fornire alla classe operaia, dall 'esterno, la «coscienza» rivoluzionaria, e hanno tacciato di « culto della spontaneità » quanti difendevano (fossero « gomulkiani » o « revisionisti») la sopravvivenza o lo sviluppo degli organi di genuina e diretta discendenza operaia. La loro critica si è però sviluppata senza energia, e piuttosto in sordina. L'unico punto su cui hanno attaccato duramente è stato~quello, appunto affrontato da B. Mine, sulla « mitologia degli stimolanti economici », sfruttando il fatto che la ancora debole struttura economica del paese e la necessaria riorganizzazione di alcuni settori industriali non hanno ancora permesso di .accantonare consistenti riserve per i fondi di impresa. Nel complesso la loro tesi si riassumeva nello slogan che la partecipazione operaìa alla gestione è soltanto « una finzione » nel quadro di una società socialista che voglia restar tale, che voglia e~itare l' anarchia produttiva e che voglia garantire allo Stato il pieno e costante controllo di ogni attività economica e sociale. I sostenitori della terza tesi (la .qualifica di « revisionisti » va presa con estrema cautela anche perché loro· attribuita per ragioni di comodo dagli avversari) hanno sottoposto a una vivace e precisa critica l'orientamento gomulkiano in nome di un reale e progressivo approfondimento democratico della società polacca. Uno dei più interessanti interventi critici in questa direzione è stato opera dell'economista J. L. T oeplitz 1 • Egli ha anzitutto difeso i consigli. operai quali organi di piu diretta rappresentanza di base nei confronti delle organizzazioni di partito e sindacali, e analizzando i rap1 Su « Zycie Gospodarcze » ( « Vita economica ») n. 28 del 13 luglio '58. Biblioteca Gi•noBianco
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