La società polacca 1195 consigli operai, di quei poteri che erano scritti sulla carta. In realtà i consigli operai ebbero, sin d'allora, non poteri di « gestione », ma poteri di « partecipazione alla gestione», di «controllo» democratico. Ciò allargava la sfera della democrazia, e costituiva un indubbio successo, ma la conquista reale era limitata a un equilibrio fra pianificazione centralizzata e suo contenuto democrati'co (nel senso di un controllo dal basso, non nel senso di un diretto esercizio di potere). Sostanzialmente gli stessi termini sono tornati in discussione negli ultimi mesi, in vista del congresso del partito che doveva sanzionare la « via polacca » e la politica di Gomulka. Questi, del resto, non ha atteso passivamente un confronto in sede congressuale, ma ha posto il partito e il paese di fronte al fatto compiuto con la proposta, accettata dal quarto congresso dei sindacati (aprile '58), di istituire le « conferenze di autonomia operaia >>. La posizione di Gomulka e di Loga-Sowinski (il leader dei sindacati) si riassumeva nella richiesta di un coordinamento permanente fra i tre organismi presenti nella fabbrica: il consiglio operaio, il comitato sindacale di impresa e il comitato di partito. Questi tre organismi devono trovare un terreno di intesa nell'ambito di periodiche « conferenze di autonomia operaia >>( da convocarsi almeno ogni tre mesi) aperte a tutte le maestranze. Da un certo punto di vista è vero quanto sostiene Gomulka, che cioè in tal modo si evita il pericolo di burocratizzare i consigli operai, che spesso si erano mostrati slegati dalla totalità delle maestranze. E' però anche vero quanto hanno obiettato molti critici di Gomulka: che cioè i consigli operai come tali vedevano ridotte le loro prerogative, e correvano il rischio di essere scavalcati dagli organi politici e sindacali di fabbrica (un rischio di burocratismo di altro tipo ma altrettanto, se non piu grave, hanno detto gli avversari della prop~sta, ammonendo che prima dell'Ottobre '56 partito e sindacato si erano ridotti a puri strumenti di diffusione delle direttive del governo). Il dibattito che si è aperto dopò la riforma di Gomulka e Loga-Sowinski ha visto emergere tre diverse posizioni, classificabili per comodità di esposizione (e perché cos1 sono state definite) come tesi dei « gomulkiani », tesi dei « conservatori » (cioè gli stalinisti), t~si dei « revi- . sionisti >>. La prima tesi è ormai nota. Essa riconosce.il principio di una « partecipazione operaia » alla gestione, attuabile in modo permanente tramite le « conferenze di autonomia », di cui il consiglio operaio sarà d'ora in avanti l'organo esecutivo fra un'assemblea e l'altra. Tali conferenze~ e negli intervalli il-consiglio operaio, hanno il diritto di controlBi.bli0teca Gino Bianco
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