Luci.ano Vasconi 20 per cento circa. Indubbiamente, dice C. Bobrowski, ciò vuol dire che si abbasserà la curva di progresso del livello di vita, anche se l'ulteriore avanzamento rappresenta di per sé un successo della economia polacca. D'altra parte,_ aggiunge l'economista citato, sarebbe errato valutare solo il rapporto quantitativo nello sviluppo del consumo senza tener presente quello qualitativo: più che alla grandezza dell'indice di aumento, egli dice, bisogna guardare alla struttura del consumo, e questa rivela in prospettiva un miglioramento della qualità delle merci, una armonia perfezionata fra la struttura dell'offerta e quella della domanda (perfezionata dal punto di vista soggettivo della soddisfazione delle necessità del cliente). Non bisogna quindi, conclude Bobrowski su questo punto, esaminare da una visuale ristretta il problema del conflitto accumulazione~ consumo. Il conflitto d'altra parte esiste e ha sollevato un dibattito, nel corso del quale sono emerse tre distin~e posizioni : alcuni sostenevano che gli indici di sviluppo economico erano troppo bassi e che si poteva elevarli senza che ne _soffrisseil livello di vita della popolazione (erano i sostenitori dell' « accelerazione » ·dei programmi produttivi; essi portavano l'esempio della Cina, specie per quanto riguarda le possibilità di sviluppo dell'agricoltura); altri affermavano che gli indici di sviluppo erano troppo elevati, che il livello di vita e il suo progresso costante ne erano compromessi, che in realtà l'esecuzione del piano era incerta (essi aggiungevano che nel paese si sarebbe creata una atmosfera di « tensione >> pericolosa per la stessa stabilità del regime); infine vi era .i.l gruppo che accettava il piano cos1com'era, nei suoi indici fondamentali, ritenen-- dolo realistico. Questa corrente (praticamente i « gomulkiani >>) ha ottenuto l'appoggio del congresso del partito, pur con la riserva che gli indici del p1ano potranno essere sottoposti a revisione mediante il sistema delle varianti. Il dibattito naturalmente non è concluso, una risposta definitiva essendo demandata al confronto diretto con la realtà . . Quanto alle cifre del piano, è interessante il raffronto tra i compiti attribuiti all'industria e quelli attribuiti all'agricoltura. La produzione industriale dovrà essere aumentata di circa 1'8o per cento, alla fine del ~65, rispetto al '58 ( con un aumento del 50 per cento rispetto al '60, esa- ~inando cioè a se stante il futuro piano quinquennale). La produzione agricola dovrà aumentare del 30 per cento in sette anni (e del 20 negli ultimi cinque). Si nota subito un certo squilibrio fra i due principali settori produttivi, e in proposito si è aperta un'altra discussione, che ha investito anche gli orientamenti di politica agraria del governo. Praticamente tutti gli economisti intervenuti nel dibattito hanno rico- · Biblioteca Gino Bianco
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