Passato e Presente - anno II - n. 9 - mag.-giu. 1959

Rosanna 'Zeri/li avere rinviato ma non soppresso) è necessario che quanti non vogliono vedere ridotta l'area riservata a pubbliche iniziative nella vita economica prendano in esame non tanto le gestioni in sé (che per le considerazioni sopra _dette possono consjderar~i tutt'al più un male necessario nell'attuale fase storica) ma la disciplina che ~le gestioni deve essere data ·nella dialettica tra potere legislativo e potere esecutivo. Ciò che ha determinato talvolta (non si vuole infatti generalizzafe) l'innaturale connubio tra destra economica e forze di opposizione su questo punto è stato per queste ultime il convincimento che enti parastatali e gestioni fuori bilancio costituissero mezzi, e mezzi potenti, di attuazione del « sottogoverno >> e cioè di una attività connessa col potere esecutivo e quindi con un pratico se non teorico monopolio dell'autorità politica. E' su questo punto che bisogna insistere: il problema si può risolvere non con l'autolesione del parlamento, come è avvenuto con il metodo previsto per la soppressione dei cosiddetti enti superflui, ma al contrario con l'affermazione di una autorità del parlamento che si esplichi, oltre che sul -sorgere, o sull'eventuale estinzione· delle gestioni particolari, anche sul loro svolgimento concreto. •Occorre in altri termini che il parlamento non ritenga esaurita la propria funzione nei momenti terminali (la creazione o la fine di questi organismi economici) ma ~egua i fenomeni nel loro svol- _gimento e nel. loro continuo e mutevole _atteggiarsi. , Il parlamento ha un mezzo, che può divenire di indubbia efficacia, se adoperato in maniera consentanea allo scopo, ed è un mezzo fornito dal regolamento delle Camere, laddove prescrive çhe le commissioni devono es- .sere costituite s·econdo criteri proporzionali. Stabilire che la maggior parte <lelle attività - almeno le piu importanti tra le attività pubbliche che si svolgono al di fuori dello Stato - debbano essere seguite e controllate nelle , loro manifestazioni salienti da commissioni parlamentari, potrebbe significare sottrarre istituti. importanti al monopolio dell'esecutivo o di chi par-. tecipa all'esecvtivo e portarli nel vivo della dialettica politica. A quanto ci risulta un tçntativo, nulla piu che uno spunt.o, esiste nella (Commissione di vig~lanza per .le emissioni radiofoniche; ma si tratta di una commissione praticamente inerte, mai o quasi mai convocata, non ·solo ·perché è evidente l'interesse a non convocarla ma anche perché essa costituisce un unicum. Quando invece fosse chiaro che una parte, e una parte .non trascurabile, di quella attività parlamentare che anziché svolgersi ne1 tumulto e nella dispersione dell'aula si compie nell'ambito ristretto delle •·commissioni, deve essere dedicata alla continua vigilanza e all'opportuno promuovimento di attività pubbliche non statali, il sistema entrerebbe nel ·al Consiglio dei Ministri (art. 1 n. 7 R. D. 14 novembre 1901 n. 466 sulle attri- ·.buzioni del Consiglio dei Ministri). L'on. Villabruna (p. 29112) non insistette, ·mentre sarebbe stato proprio il caso di richiedere una retta determinazione delle •,competenze, essenziale in una ordinata Repubblica. · BibliotecaGino Bianco

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