Passato e Presente - anno II - n. 9 - mag.-giu. 1959

Gestioni fuori bilancio 118r Ma a queste ope~azioni, che del resto spesso sono inconscie (giacché non bisogna credere che taluni espedienti siano in ogni caso adottati· colla pjena consapevolezza di una scelta di · determin.ati mezzi) esistono dei limiti~ Vi è un punto di rottura al di là del quale la tutela con_tabile e ragionieristica di vi½ne insostenibile. E, come si è sopra ·accennato a proposito della legge sulla contabilità dello Stato, ci affrettiamo_ ad aggiu~gere che questo avviene a può avvenire non _per scopi illeciti di perseguimento di guadagni o di utilità particolari, ma per la precisa consapevolezza della necessità di _evadere _da questa tutela se si vogliono raggiungere determinati scopi anche di 'pubblica utilità. . L'esperienza della Ragioneria, sempre disposta a ridurre, tagliare o rifiutare, malgrado i piu solel)ni impegnj, dà a qual_unque amministratore anche sol~ _parzialmente avveduto l'incitamen~o a disporre di un proprio bilancio, sottratto alla lesina costante e particolarmente a fluttuazioni contingenti. Non a caso si è detto di recente in ambienti legati al mondo automobilistico che gli utenti della strada sarebbero anche disposti ad accettare maggiori oneri fiscali p-µrçhé questi fossero destinati al ~iglioramento delle strade: ma tale sicurezza manca nel calderone del bilancio statale, data la costante inadempienza ad obblighi -solennemente ~ssunti. E' quindi facile la tentazione,. in questo caso, di creare una cassa autonoma per le strade, ~limentata dal_ gettito delle tasse automobilistiche e unicamente consacrata al migli9ramento di una particolare attrezzatura turi-- stica. . . Sia ben chiaro che in tal modo non si intende fare una proposta o un suggerimento (di cui tra l'altro non manca un precedente nella .p~ssata legislazione italiana) ma semplicementte in.dicare la linèa c;li· sviluppo logico che suole portare alla formazione di conti speciali comunque denominati o graduati, dalle aziende autonome alle gestioni fuori, bilancio, di istituti autonomi o in genere di difficoltà interne- di questi istituti, per approfittare di situazioni contingçnti allo scopo di limitare fortemente o farne scomparire l'autonomia. Un vecchio principio della organizzazione universitaria è quello dell'autonomia delle singole università. E' bastata la crisi dei pagamenti al personale universit~rio (crisi determinata dallo stesso Tesoro, col ritardo dei versamenti alle singole università) per fare adottare una legge che in profonda modifica dell'ordinamento vigente, ha fissato la contropartita dell'adempimento degli obblighi :finanziari dello Stato, in un sostanziale spostamento di competenza, subordinando all'approvazione pel Ministro atti, quale il conferimento degli incarichi di insegnamento, che rientravano nella competen~a esclusiva delle facoltà e dei I.lettorati. . Ana~oga situazione si .è verificata per gli Enti pubblici nell'immediato dopoguerra: si è approfittato della svalutazione e della ~ecessità di rivedere le remunerazioni del personale per sostituire (con la legge n. 722 del 1945) alla competenza degli organi amministrativi dei singoli enti una competenza sovrastante degli organi ministeriali (in particolare con la partecipazione, in effetti sostan· zialme~te paral~zzante, del Ministero del tesoro). · BibltotecaGino Bianco

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