1178 Rosanna Zeri/li , È' evidente che una volta instaurati questi sistemi, certo non ortodossi, di gestione del pubblico den.aro, sorgevano legittimi allarmi, richieste di remore, domande di controlli. Ma è altrettanto evidente che la pubblica opinione, che si forma nello Stato italiano d_'oggi quale esso è e non quale dovrebbe o potrebbe essere, si preoccupava di curare le manifestazioni del male anziché la malattia, che è, ovviamente, la malattia della società attuale. Ciò è tanto vero che della sensibilità al maie, e al tempo stesso della difficoltà a porvi rimedio, o anche della carenza di una diagnosi, si sono avuti esempi nei piu vari regimi. Perfino il regime fascista, fondando la Camera dei Fasci e delle Corporazioni, tentò di sottoporre a controllo parlamentare (o di quello che in tale epoca erasi convenuto chiamare « parlamento))) i bilanci degli enti amminiistrativi di qualsiasi natura di importanza nazionale, ·sovvenzi~nati direttamente o indirettamente dal bilancio dello Stato 1 • Tale norma è rimasta lèttera morta, nonostante la solenne riaffermazione, contenuta nell'art. 100 della Costituzione repubblicana, per la quale non soltanto la Corte dei Conti partecipa al controllo sulle gestioni finanziarie degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria, ma riferisce direttamente alle Camere sulle risultanze del riscontro eseguito. . D'altro lato uno dei piu eminenti rappresentanti del pensiero econo-- mico liberale, Luigi Einaudi, nel rievocare le tristi esperienze della repubblica ai San Giorgio, minata nella sua efficienza amministrativa e politica dall'esistenza di bilanci e conti speciali, faceva chiaramente comprendere che lo Stato, nelle sue forme attuali, non funziona o funziona male, perché esistono quelle piovre della vita finanziaria che sono gli istituti economicamente autonomi: mentre è vero precisamente il contrario, e cioè che gli istituti esistono perché lo Stato non funziona 2 • Si' potrebbero citare di ciò infiniti esempi: giacché è evidente che nessuno avrebbe pensato a creare una Cassa per il Mezzogiorno, sostitutiva di. notevol~ compiti del Ministero dei lavori pubblici, del _Ministero dell'agricoltura e di altri organi statali, se quegli organi avessero funzionato a dovere. Ma ciò ha, a nostro avviso, un valore diagnostico inequivocabile: e cioè che queste forme autonome, troppo spesso fncontrollate, di gestione del pubblico denaro, sussistono non tant~ per nequizia di uomJni quanto per incapacità delle istituzioni. Se 'si vogliono curare questi mali della vita economica non bisogna cercare vani contrappesi o illusorie garanzie, ma bisogna curare alla base la struttura dello Stato. Fino a che esisterà una legge sulla contabilità dello stato vecchia di quasi un secolo, o malamente rinnovata, elaborata in tutt'altra situazione 1 Cfr. sul problema, i decreti 8 aprile 1939, n. 720 e 30 marzo_ 1942, n. 442, diretti a disciplinare la presentazione alle assemblee legislative dei bilanci e dei conti .consuntivi degli enti sovvenzionatj dallo Stato. , 2 Atti Senato; seau~a 20 marzo 1956.,. ·Biblioteca Gino Bianco
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