1124 Luciano Cafagna e non come redditi parcellari);. messa a coltura di nuove vaste estensioni di terra: misure per la trasformazione dei caratteri dell'unità kolkoziana in impresa dotata di piu piene responsabilità economiche e di crescente efficienza tecnica, precedute dallo smantellamento dell'edificio impositivo e della dogmatica agronomica anteriore; (b) ridimensionamen.to dei rapporti fra le tre sfere decisionali del settore industriale, statale, locale, d'impresa, a vantaggio delle ultime due; (c) modificazione dei rapporti fra pianific~zione e gestione cep.trale corrente dell'economia nazionale (cioè tra pre--coordinamento e intromissione coercitiva quotidiana) a vantaggio della pi~nificazione, del che è massima manifestazione un notevole sforzo di razionalizzazione delle scelte d'investimento quanto a dislocazione territoriale, allocazione di risorse, alternative tecnologiche settoriali e una riduzione della tensione provocata dagli obbiettivi _di piano sul mercato (usiam~ questa espressione del tutto impropria per sfruttare a fini di maggiore comprensibilità l'analogia) dell~ materie prime; (d) mobilitazione di margini di mano· d'opera, attraverso la riduzione degli effettivi amµ,.inistrativi e militari e soprattutto attraverso la utilizzazione delle disponibilità di tempo libero giovanile e studentesco. Ciascuno di questi aspetti è richiamato dagli altri e li richiama in - un determinato modo che ci riconduce ad un fenomeno storico di ampia portata, e cioè - ci sembra ~ al raggiungimento della « frontiera >> del sistema precedente, all'esaurimento delle possibilità di espansione contenute nelle forme economiche e sociali della età staliniana. Se si cerca il principio dominante dell'economia sovietica di quella ·età lo si troverà assai lontano da quella « legge fondamentale » che fu formulata da Stalin stesso nell'ultimo anno di vita (e alla quale è piu che mai lecito dare come fu data - a quanto pare con seguito di aspre critiche - una interpretazione « consumistica »): lungi dal puntare sullo accrescimento massimo dei beni di consumo disponibili entro un dato orizzonte temporale (il che implica ovviamente uno sforzo di accumulazione coordinato al punto fissato sull'orizzonte), il sistema economico fu regolato, in parte dalla volontà in parte dalle cose, sul principio della massimizzazione all'infinito dei beni capitali. Diciamo « all'infinito », ma naturalmente è una questione di ottica : ci si comportava « come se » si dovesse perseguire -uno accrescimento all'infinito dello stock sociale c;Iibeni capitali, in quanto l'ottica era deformata da una scarsa conside- ~ · razione dei rapporti di funzionalità che connettono la produzione di beni capitali con la produzione terminale. Donde nascesse questa scarsa consid½razione potrebbe forse chiarirsi con piu ampio discorso: l'asBiblioteca Gino Bianco
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