Passato e Presente - anno II - n. 9 - mag.-giu. 1959

1172 Carlo Carlesi . ' . . . D'altra parte, quando non si concepiscano occupazione e produttività come due aspetti di un'unica politica ecorlomica facente perno sull'interesse delle masse lavoratrici, ne derivano contraddizioni palesi ed insanabili, essendo impossibile risolvere problemi strutturali mediante interventi puramente tecnici. E proprio in questo genere di contraddizioni sembra sia caduta la CISL-terra, che continua a parlare di riforme strutturali senza scendere alla proposta di soluzioni effettive e rifugiandosi in una sterile politica del « caso per caso ». Si può dire dunque che l'unico serio tentativo di una conciliazione non esteriore dei problemi della produttività con quelli della occupazione e dei salari venga oggi dai sindacati aderenti alla CGIL. Naturalmente anche qui non mancano le incertezze e si osserva un ritardo, dovuto alla obiettiva complessità della elaborazione che si richiede e dal peso di posizioni conservatrici o meramente rivendicative, cosicchè ci si trova, specialmente alla base, in una fase sperimentale o se vogliamo « di transizione>>. Però nelle proposte avanzate dalla CGIL emerge ormai come chiave di volta l'affermazione che. le operazioni tecniche non possono risolvere di per sé i problemi dell'agricoltura, e che d'altra parte il movimento contadino e bracciantile deve esso apprestare ed imporre soluzioni che senza tal~ operazioni, diano ad esse un significato di progresso globale sia per la produzione che per il livello delle classi lavoratrici. · Un esempio di questa linea, che tende a sfuggire sia un irresponsabile « tecnicismo » sia una demagogia contraria ad ogni innovazione, si trova nell'atteggiamento dei sindacati confederali in merito alla produzione granaria, dopo l'abolizione delle misure protezionistiche. Contemporaneamente al rifiuto dell'abbandono al pascolo delle terre ora coltivaté a grano, essi hanno sostenuto infatti la necessità di sviluppare colture pregiate, secondo criteri moderni, mediante trasformazioni dei fondi ottenute con un razionale indirizzo di investimenti pupblici e privati. In questo modo si pensa di poter conciliare occupazione, progresso agricolo (tecnico e sociale) ed elevamento delle condizioni di vita. E d'altra parte si finirebbero per riproporre in primo piano i problemi vecchi e nuovi dell'attuale assetto delle nostre campagne, fornendo una base alla trasformazione generale dei rapporti sociali. La parte piu originale della politica della Federbraccianti-CGIL consiste, ci sembra, nel collegamento pratico che si vuol stabilire tra occupazione e trasformazione ~grario-fondiari~, n1rdiante 11 calcolo del valore delle conversioni culturali (o delle opere di bonifica) in giornate di lavoro imponibili, da includersi nei contratti di lavoro stessi. Grazie a · Biblioteca Gino Bianco

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