Gramsci giovane Il fondamento della sovranità statuale non è nel partito ma nei soviet; la « gerarchia » che si viene formando come espressione del- . l'organizzazione politico-istituzionale della società è « spontanea », e non per questo utopica, - e in questa ferma polemica contro l'accusa di utopismo alla spontaneità intensa come « dominio della libertà e garanzia di libertà >>, Gramsci rivela la sua acutezza sia contro le accuse « liberali » che contro i clichés comunisti-sovietici oggi ufficiali, che si allontaneranno, pour cause, dal giudizio storico-politico gramsciano. I soviet sono gli « istituti sociali che garantiscono il massimo di libertà », sono, nel loro funzionamento, nell'esercizio del loro potere, nella continua produzione di potere, gli strumenti dell'autoeducazione e autogoverno della società. Nell'articolo Utopia (pubblicato sul1' « Avanti! » del 25 luglio 1918) sono fondamentali le pagine dedicate alla democraticità integrale, non astrattamente « democraticistica », dei soviet o consigli (elezioni, controllo, revocabilità dei dirigenti, rappresentanza e delega diretta, processo educativo della ricerca e della direzione collettiva, unità di tutti i lavoratori nel soviet, ecc.) Il socialismo si rivela dunque come la « società umana che si sviluppa sotto il controllo del proletariato. Quando questo sarà organizzato nella sua maggioranza, la vita sociale sarà piu ricca di contenuto ·socialista di quanto non sia ora, e il processo di socializzazione andrà sempre più intensificandosi e perfezionandosi. Perchè il socialismo non si istaura a data fissa, ma è un continuo addivenire, uno sviluppo infinito in regime di libertà organizzata e controllata dalla maggioranza dei citadini o dal proletariato» (p. 287). La democraticità è insieme forma e contenuto di una organizzazione politica, sociale, giuridica « delegata» in senso diretto, rappresentativa in un senso organico; è fondamento e criterio di ogni regime politico, compreso quello socialista, in quanto autentica sos~ituzione delle forme .di governo e di potere esistenti con le « forme mature di r~gime sociale economico e politico >) (p. 311). La rivoluzione russa per Gramsci vuole essere « il dominio delle libertà, l'organizzazione [che] si fonda per spontaneità, non per arbitrio di un eroe che si impone con la violenza ». In questo senso Lenin non appare a Gramsci un « eroe », un demiurgo. La sua opera · viene difesa in un articolo del « Grido»· del 14 settembre 1918 ( cfr. Scritti, pp. 307-312),· con un vigore ed una lucidità esemplari che sembrano riassumere tutto il discorso politico, morale e ideologico di Gramsci sulla rivoluzione russa, da noi sommariamente ripercorso 1 • 1 Ha considerato con puntualità alcune affermazioni « anti-autoritarie » di BibHoteca Gino Bfanco
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